
Bolkestein, la novella dello stento Un punto di domanda da dodici anni
Bolkestein, storia di un tira e molla. La novella dello stento declinata in salsa balneare. La direttiva europea, che prende il nome dall’omonimo promotore, l’olandese Frits Bolkestein (nella foto), è stata emessa nel 2006 ed è relativa ai servizi nel mercato europeo comune. L’italia l’ha recepita nel 2010: da quel momento, per i balneari – e non solo loro: la direttiva si applica anche ai venditori ambulanti – è iniziata una vera e propria odissea.
Nel 2011 si è provato a risolvere la situazione d’instablità del comparto facendo leva sul diritto di superficie concesso ai balneari, inizialmente per una durata di 90 anni, poi ridotto a 20. Già l’anno successivo, il nodo del contendere si è spostato sul problema dell’applicabilità della direttiva in un contesto come quello italiano. Nel 2013, non a caso, si è parlato di una prima revisione della Bolkestein pensata per scongiurare le evidenze delle concessioni demaniali marittime a uso turistico-ricreativo proprie del sistema italiano.
L’incertezza ha continuato a trascinarsi avanti tra botte e risposte in tribunale che, di fatto, hanno bloccato ogni iter in attesa di chiarimenti che puntualmente venivano smentiti alla puntata seguente. Nel 2015, la riviera romagnola ha rispolverato il tema dei diritti di superificie, e l’anno seguente un accenno di stagnazione vissuto dal mondo balneare è stato immediatamente collegato all’influsso negativo della Bolkestein.
La svolta è arrivata nel 2018, quando le concessioni sono state prorogate fino al 2033 dando ossigeno a tutto il settore. La proroga, però, è stata cancellata da una sentenza del Consiglio di Stato nel 2021. Nel frattempo, è arrivato il Covìd, che al netto dei drammi che ha comportato per la società, ha spinto la ripresa del turismo di mare italiano, incentivando la riscoperta delle nostre coste e un ritorno di massa di turisti italiani sul lungomare versiliese.
Lo stallo è stato risolto nel 2021 dal governo Draghi con il Ddl Concorrezza, che ha stabilità che sì, le gare per le concessioni balneari si sarebbero fatte per evitare di subìre una procedura di infrazione dall’Europa che avrebbe messo a rischio la ricezione dei fondi del Pnrr. Poi, però, Draghi è saltato, e al suo posto è arrivata Giorgia Meloni con una proposta (e con promesse) di salvataggio del settore balneare. L’ultima puntata di una vicenda che si trascina da quasi tredici anni è stata scritta due giorni fa a Montecitorio: l’ennesima proroga che lascia sospeso un grosso punto interrogativo.
DanMan