REDAZIONE VIAREGGIO

Boom di accessi in ospedale per gli ubriachi del week end

Pronto soccorso, il direttore: "I casi raddoppiano"

Alcol tra giovani e giovanissimi (archivio)

Viareggio, 2 novembre 2018 -  «Bisogna mettere un freno all’allarmante fenomeno dell’abuso di alcol, che in Versilia è evidente tanto nella stagione estiva quanto in quella invernale, in concomitanza con i grandi eventi». L’appello arriva direttamente da Giuseppe Pepe, direttore del pronto soccorso del Versilia. «Il fenomeno riguarda in modo particolare il fine settimana – spiega – quando gli accessi al pronto soccorso raddoppiano a causa dei cosiddetti week-enders, gli etilisti occasionali, che sono soprattutto giovani». Parole forti, che tuttavia non giungono inaspettate a chi l’abuso di alcol lo combatte da una vita. Emanuele Palagi, psicologo e presidente dell’associazione ‘Non la bevo’ da 15 anni, si occupa di prevenzione e educazione soprattutto con i giovani, la categoria che paga il pegno più alto.

«A volerlo, si può combattere l’abuso di alcol – spiega – se si mette avanti a tutto la salute pubblica. Il problema è sostanzialmente economico: le persone bevono perché qualcuno vende. Ho visto che anche in Versilia, in questi giorni, sono state organizzate iniziative che hanno al centro l’alcol e il ‘bere consapevole’ al posto della ‘consapevolezza del non bere’. Bisogna aiutare i ragazzi a fare scelte diverse e questo è compito del mondo adulto. Peccato che si vada in una direzione opposta: le scelte sbagliate si rendono più facili perché la logica è quella del consumo. E non solo di alcol, ma anche in altri campi come il gioco d’azzardo». Con ‘Non la bevo’, Palagi ha combattuto l’abuso di alcol giovanile fino a passare per ‘proibizionista’. «La sensazione dominante è che l’incidente sia causale, quando in realtà gli incidenti alcol-correlati sono la prima causa di morte in Italia tra gli under 30. Purtroppo ognuno protegge il suo orticello, e negli anni il concetto che ‘alcol uguale divertimento’ si è radicato nella mentalità comune. Si pensi solo alle pubblicità degli alcolici (ma anche del gioco d’azzardo) e ai loro testimonial. E’ il marketing che avvicina le persone a questi comportamenti. Con ‘Non la bevo’ volevamo dire questo: che non ci facciamo fregare. Fermo restando che l’adolescenza è l’età dell’irresponsabilità biologica, e tocca agli educatori proporre modelli di comportamento corretti».

Daniele Mannocchi