MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Carnevale di Viareggio 2024, ecco i bozzetti / Le foto

Ad ispirare i costruttori non sono più i leader ma registi, artisti (come Dalì) e scrittori, da Tamaro a Tobino Protagoniste tra i giganti le fragilità dello spirito, la precarietà e la deriva dell’intelligenza artificiale

Ondina e Burlamacco (foto Umicini)

Ondina e Burlamacco (foto Umicini)

Viareggio, 10 agosto 2023 - Mentre si allargano le frontiere del metaverso, dove i confini si confondo e si incontra il rischio “che il mondo visibile non sia realtà e che l’invisibile non sia più un sogno“ (McLuhan), c’è un mondo fuori dal tempo e pure così presente, che abbozza ancora un’idea sulla carta, che sbaglia, strappa il foglio e ricomincia. Che impasta, si sporca le mani di creta e di colla; che si arrovella sugli ingranaggi senza cercare risposte in un algoritmo per dare forma, con la cartapesta, e movimento, con corde e pistoni, ad un pensiero. È il mondo del Carnevale di Viareggio; che va, controcorrente, dove lo porta l’intelligenza naturale. Nel cuore dell’umanità, dove il dubbio agita il pensiero. Sì, in mezzo a questa rivoluzione artificiale che pare inarrestabile, per il Carnevale 2024 i carristi (qui sveliamo i temi della prima categoria) e i mascheratisti scelgono le emozioni, le fragilità, i vizi, le paure esistenziali. Ristabilendo un equilibrio tra spirito e virtuale. Tra cuore e tecnologia. Ma anche tra rassegnazione e speranza.

Va dove ti porta il cuore...

di Jacopo Allegrucci

“Quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta”. Citando la scrittrice Susanna Tamaro Allegrucci racconta l’adolescenza. I ragazzi sono spesso distratti da situazioni insidiose che li attraggono, ma che, come Arpie, svelano poi i loro mostruosi volti. E allora “senza farti distrarre da nulla, aspetta, aspetta ancora, stai fermo in silenzio e ascolta il tuo cuore. E quando poi ti parla alzati e va dove lui ti porta, va dove ti porta il cuore”.

Il circo dei sogni

di Alessandro Avanzini

Un moderno Re Mida dal magico tocco, un ipnotico parossistico e iconico artista, un genio della comunicazione, idolatrato e venerato. È l’artista Salvador Dalì, protagonista della costruzione allegorica. Inventore delle forme liquide, una delle immagini più popolari al mondo, è l’uomo che si è fatto arte vivente. Un moderno mito che informa e stigmatizza un narcisistico desiderio egolatrico del terzo millennio?

Più denti!!! The world’s greatest show

di Luca Bertozzi

Se in un futuro prossimo la scienza riuscisse a riportare in vita i dinosauri, da sempre sogno di grandi e piccini, e se ci trovassimo magicamente di fronte al più grande e aggressivo predatore preistorico, in uno show mozzafiato, resteremmo sbalorditi? Si domanda l’autore. La costruzione è un’allegoria sulla cattiveria e l’aggressività della nostra società, assuefatta dal consumismo e sempre più infelice, in cerca di sensazionalità e visibilità, a scapito dei valori umani.

Octopus 5.0 La rivoluzione artificiale

di Luigi Bonetti

L’intelligenza artificiale rappresenta la grande rivoluzione nella nostra contemporaneità. Ma allo stesso tempo anche l’inizio di nuove preoccupanti sfide. Perché, se da un lato potrà aiutarci in molti settori, come ad esempio la medicina, dall’altro potrebbe mettere a rischio la privacy, l’etica, la sicurezza e il lavoro di tutti noi. Come già ci ha già svelato la fantascienza, l’intelligenza artificiale rischia di sfuggirci di mano con scenari apocalittici.

Ascolta ragazzo...

di Massimo e Alessandro Breschi

“Ascolta ragazzo la droga mai” è il titolo di un libro che Mario Tobino scrisse nel 1978. Da allora – denunciano i costruttori – l’uso delle droghe è in continua evoluzione ed avvelena il futuro delle nuove generazioni. Come una famelica vedova bianca, le organizzazioni criminali espandono la ragnatela della droga e la rete dello spaccio è sempre più fitta tra gli adolescenti. Oggi traffico e consumo di stupefacenti avvengono sotto gli occhi di tutti, e sempre molti più giovani cadono nella ragnatela della dipendenza, inconsapevoli delle devastanti conseguenze. Il messaggio di speranza è che aprano gli occhi prima che sia troppo tardi.

Bla Bla Bar

di Umberto, Stefano, Michele Cinquini e Silvia Cirri

Come in una favola di Esopo, la Rana dai grandi occhi versa bicchieri di “Verità” al Gran Caprone, così tanto da stordirlo e fargli dimenticare la decadenza. Asseconda i suoi rancori e le sue frustrazioni, mentre il cornuto avventore incolpa gli altri per i suoi fallimenti. Accanto a loro, Monna Lisa, simbolo di bellezza, oscilla ferita nella dignità.

Svegl-I.A.! Una storia semifantastica di Intelligenza Alternativa

di Lebigre e Roger

La natura dell’uomo è da sempre curiosa, esploratrice, creativa. Ma il navigante, protagonista sulla costruzione, come un moderno Ulisse, si è perso e si è trovato immerso nella tecnologia e nel mondo virtuale che, se da un lato gli hanno permesso di esplorare mondi infiniti, adesso hanno il potere di addormentarlo e fargli dimenticare la propria essenza umana. Ignoranza, guerre, consumo delle risorse intanto arricchiscono i soliti “ignoti potenti”, già pronti a fiondarsi in paradisi artificiali, lasciando il resto dell’umanità senza futuro. Ma se un giorno alcune macchine sviluppassero un’intelligenza alternativa, sarebbero loro, forse, a svegliarci e a ricordarci cosa fa di noi degli esseri umani?

Il profumo delle rose nelle spine

di Carlo e Lorenzo Lombardi

La costruzione si ispira a Marco Cavallo, la scultura di legno e cartapesta che fu realizzata nel 1973 dai pazienti del manicomio di Trieste, diretto da Franco Basaglia. Alto 4 metri, azzurro, era il simbolo della gioia di vivere, dei sogni e dei desideri delle persone ricoverate. La costruzione vuole focalizzare l’attenzione sulla psicologia sociale e l’influenza che il contesto in cui si è inseriti apporta a pensieri e sentimenti. Sul carro il cavallo azzurro è una sorta di cavallo di Troia, contenitore di messaggi di speranza di chi, sino ad allora, le speranze le aveva perdute. È un invito ad andare oltre i muri dei pregiudizi, dell’indifferenza, della paura, dell’intolleranza e della superficialità.

È tempo di cambiare

di Roberto Vannucci

Scioglimento dei ghiacciai, siccità, oceani inquinati. Il pianeta ci avvisa che siamo vicini al punto di non ritorno e che è tempo di cambiare. Il mammut, protagonista della costruzione allegorica, proprio a causa dello scioglimento dei ghiacciai, riprende vita dopo milioni di anni, ma trova un pianeta ferito. Perfino il colore della sua pelliccia è cambiato. L’uomo si illude di poter realizzare i propri desideri attraverso l’effimero, il consumismo e la rincorsa al denaro, ma in realtà, osserva il costruttore, sta solo distruggendo la natura. L’unica via di salvezza è amare il pianeta e viverci in armonia.

Martina Del Chicca