Brutale aggressione a Torre. Arrestato il rapinatore. La Polizia lo ha individuato tracciando il suo telefonino

Si tratta di un romeno di 25 anni che si trovava già in carcere per un colpo al “Mama Mia“. L’uomo sorprese due amici intorno alle 20 tra la Marina e Vecchiano. Uno finì in coma.

Brutale aggressione a Torre. Arrestato il rapinatore. La Polizia lo ha individuato tracciando il suo telefonino

Il sentiero dove lo scorso 12 agosto è avvenuta l’aggressione. Nell’altra foto la Squadra Mobile di Pisa che ha eseguito l’arresto

VECCHIANO

Gli orari, i precedenti, ma anche il monitoraggio del telefono rubato e rivenduto. Per la squadra mobile l’autore della rapina violenta del 12 agosto nella terra di confine fra Marina di Vecchiano e Torre del Lago, dove un uomo fu ridotto in fin di vita con calci e pugni per uno zaino, è lo stesso arrestato dai carabinieri nella notte del 17 agosto sempre per rapina vicino a una discoteca di Torre del Lago.

Il giovane, un 25enne di origine romena, si trova in carcere dove è stata eseguita la nuova ordinanza dalla squadra mobile della questura di Pisa. Un fatto che aveva scioccato due comuni e riportato l’attenzione su quel territorio spesso luogo di spaccio e anche di incontri non sempre leciti. Le indagini e la svolta.

Quel giorno, era un lunedì, le due vittime, un 65enne, residente a Bozzano, ma originario dell’aretino, e un 52enne e di Piano di Conca. Erano rimasti sulla spiaggia di Marina di Vecchiano fino al tramonto, poi intorno alle 20, i due si erano incamminati sulla strada sterrata del Balipedio per raggiungere l’auto posteggiata sulle sponde di Torre del Lago. Erano stati avvicinati da un giovane – per la mobile pisana, coordinata dalla Procura della Repubblica – dal 25enne che li aveva picchiati a sangue, tanto da far trasportare il 65enne in Rianimazione a Livorno, dove è rimasto in coma per diversi giorni, e il 52enne all’ospedale Versilia. Adesso il primo è fuori pericolo, ma ha ancora i postumi di quel pestaggio. Magrissimo il bottino, uno zainetto con asciugamani usati, un libro, una bottiglia e pochi contanti, ma anche una tenda. I due amici erano stati soccorsi da turiste di passaggio.

"Chi ci ha assaliti assomigliava molto alla pugile algerina Imane Khelif". Le indagini sono partite dalla descrizione dell’aggressore e dai movimenti telefonici di una delle due vittime. Al setaccio, inoltre, le immagini della videosorveglianza che si trovano sul percorso e che avevano immortalato il presunto autore mentre fuggiva con la bicicletta e la borsa, appena asportata, nel cestino. A quel punto, sono stati controllati gli altri reati simili compiuti sul territorio e le varie caratteristiche fisiche dei pregiudicati che frequentano la zona. Un tassello dopo l’altro. L’attenzione si è concentrata sul 25enne già arrestato a Viareggio: la descrizione fatta dal 52enne, che ha poi effettuato il riconoscimento fotografico, corrispondeva. 25enne che si era rivolto al Pronto soccorso dell’Ospedale Versilia di Viareggio per "una mano gonfia", pochi giorni dopo il fatto. Infine, gli investigatori hanno monitorato (attività di "positioning") il telefono rubato, ceduto a un pregiudicato nordafricano (indagato così per ricettazione), proprio dal sospettato in un negozio. Un puzzle ricostruito che si è chiuso al momento con l’ordinanza cautelare nel carcere: è stato trasferito per evitare che altri detenuti lo aggredissero. Ma le indagini proseguono anche per altri episodi accaduti sul territorio, il sospetto è che possano esserci ulteriori responsabilità.

Antonia Casini