GIOVANNI LORENZINI
Cronaca

La ragazza senza nome. Il cadavere sulla spiaggia della ventenne che non aveva passato

Venne ritrovata nuda e senza documenti: il mistero di Hana Kindlova scosse la Versilia e l’Italia intera per dieci, lunghi giorni. Poi suo fratello si fece vivo dalla Repubblica Ceca. Era stata assassinata per vendetta

La Scientifica passa al setaccio la spiaggia di Torre del Lago (foto Aldo Umicini)

Viareggio, 15 agosto 2023 - Chissà che cosa avrebbe pensato il Maestro Giacomo Puccini se fosse stato ancora in vita, trent’anni fa, quando la sua amata Torre del Lago - assieme a Viareggio e al resto della Versilia - finì sotto i riflettori della ribalta di un caso di cronaca nera, intrigante e misterioso, con al centro una giovane donna... Forse il Maestro, che aveva un debole per l’universo femminile, avrebbe potuto trovare l’ispirazione per un’altra opera immortale. Chissà.

Sta di fatto che la Torre del Lago balneare, selvaggia e scintillante di quei giorni, una bella mattina di metà agosto si svegliò con il cadavere di una ragazza sulla spiaggia davanti al bagno Marcella. Nuda, come mamma l’aveva messa al mondo, senza uno straccio di documento per l’identificazione.Né era stata mai foto segnalata da polizia o carabinieri. Torre del Lago viveva un momento d’oro: la striscia della Marina, fra il mare e la pineta, pullulava di locali, con il "Frau Marlène" stella cometa e porto sicuro della clientela gay e lgbt. Tanta gente e affari d’oro. Migliaia di persone ogni sera: fra queste un assassino. Era la settimana di Ferragosto, ovviamente infarcita di notizie di costume balneare. Quando arrivò quella della "ragazza morta senza nome" a Torre del Lago-Viareggio, scoccò la scintilla: c’erano tutti gli elementi per far sì che quella storia senza certezze (l’unica, tragica, era quella di una ragazza uccisa, soffocata sulla spiaggia) potesse alimentare un morboso interesse. Viareggio e la Versilia ne sapevano qualcosa: quattro anni prima, nel luglio del 1989, la storia della "Circe" (dopo l’omicidio del marito) aveva fatto strike, visto che in quel contenitore noir c’era il sangue, i soldi e il sesso. Sarebbe stato così anche per la "biondina senza nome"?

Gli inquirenti - coordinati dall’allora sostituto procuratore della Repubblica di Lucca, Domenico Manzione - cominciarono a ricevere decine di segnalazioni provenienti da tutta Italia per dare un nome alla ragazza. Ne uscì un quadro bizzarro, frutto anche di mitomania e non solo di semplici somiglianze. Fu una sorta di giro d’Europa inseguendo... il nome, visto che fra Kira (danese), Mariola (polacca), Sabrina (bosniaca), Antonella (italiana di Vimercate), Gabriella (italiana di Genova) e tante altre, non ci fu verso di arrivare ad un nome sicuro. E dal nome, poter risalire al movente e all’assassino.

Passavano i giorni e l’attenzione morbosa su Torre del Lago e dintorni non si stemperava. Quando la notizia rimane nel sommario del Tg 1 della 20, vuol dire che ha un bel concentrato di interesse. Mancando certezze, le ipotesi svolazzavano sulle ali della fantasia. C’è chi ipotizzò un caso simile a quello di Wilma Montesi, la giovane romana annegata in circostanze mai chiarite nel mare di Torvajanica, sul litorale laziale 40 anni prima, nell’aprile 1953: una storia che scosse anche la politica, con ripercussioni clamorose nel governo e anche nella vecchia Democrazia Cristiana. La vittima sembrava la ragazza della porta accanto, carina, semplice, mani e piedi curati. Non c’era stata violenza sessuale prima del delitto. Anche questo elemento rendeva le indagini paradossalmente più complesse. Gli investigatori però avevano cominciato a farsi un’idea visto che l’identificazione tardava ad arrivare: cercare nel mondo delle "belle di notte" che animavano il mercato del sesso su tuto il litorale pisano e versiliese. "Un lumicino in fondo al tunnel" si lasciò scappare un investigatore il nono giorno dopo la scoperta del corpo. Insomma, quanto meno l’identificazione della ragazza sembrava dietro l’angolo, quando a dare la spinta decisiva arrivò sabato 28 la prima svolta: a svelare l’identità della ragazza fu un giovane proveniente da Pisek, una cittadina della Repubblica Ceca, che si presentò negli uffici della questura di Firenze.

"La ragazza morta si chiama Hana Kindlova: è mia sorella" disse Marek Kindl. E assieme alla rivelazione del nome il giovane confermò che Hana assieme ad altre amiche erano state convinte di trasferirsi in Italia da alcuni connazionali, con la promessa di poter fare provini nel mondo dello spettacolo. Una formula per abbindolare chi ha voglia di uscire da ambienti che facevano fatica ad affrancarsi dall’oscurantismo vetero-comunista del passato.

Ma la voglia di vivere all’europea di Hana & c. finì per rimanere intrappolata nel giro della prostituzione. E in quell’ambiente - con il detonatore della gelosia fra ragazze che si contendevano i favori del capo - maturò il delitto. Per invidia e gelosia. Donna contro donna: così Hana, colpevole di un’amore proibito agli occhi dell’amica, finì i suoi giorni soffocata sulla spiaggia a duemilacinquecento chilometri da casa, in un un paese, Torre del Lago, che di donne innamorate se ne intende, come quelle celebrate nelle opere universali del Maestro Giacomo Puccini.