Cambia il sistema di trivellazione. E il sabbiodotto slitta di altri 2 anni

L’opera per liberare definitivamente l’imboccatura del porto sarebbe dovuta cominciare quest’estate. Ma la Regione ha chiesto una proroga di 24 mesi a fronte delle modifiche alla tecnologia di scavo.

Cambia il sistema di trivellazione. E il sabbiodotto slitta di altri 2 anni

Cambia il sistema di trivellazione. E il sabbiodotto slitta di altri 2 anni

Non c’è solo una questione economica dietro al rinvio al 2025 del progetto del sabbiodotto, il cui investimento è slittato nel bilancio di previsione dell’Autorità portuale appunto di dodici mesi. C’è, infatti, anche una ragione di natura “tecnica“. Tutto il progetto subirà dunque una proroga – l’ennesima visto che sono decenni che si discute del piano per risolvere il problema dell’insabbiamento dell’imboccatura del porto, attualmente agibile sono grazie ad una costante opera di dragaggio – di altri due anni.

E questo perché l’Autorità portuale ha presentato alla Regione una modifica progettuale, che prevede l’introduzione della tecnologia Toc, di trivellazione orizzontale controllata, per la posa della condotta del sabbiodotto, "diversamente da quanto specificato nel progetto oggetto del procedimento di verifica del 2020 e nel progetto definitivo posto a base gara, che prevedeva uno scavo in trincea". Per questo è stata "prevista una rimodulazione del cronoprogramma attuativo", che tiene pure conto di possibili prolungati eventi meteomarini avversi.

Eppure, proprio questo, doveva essere l’anno buono. Proprio questa la stagione per dare avvio all’opera pensata per consentire un sistema di dragaggio continuo del porto, spostando i sedimenti da sud a nord dell’imboccatura. Lo aveva garantito il presidente della Regione Eugenio Giani anche in un’intervista a La Nazione lo scorso gennaio – a seguito del naufragio di un peschereccio rimasto incagliato nella barra sabbiosa durante le manovre di uscita dal porto e poi scagliato da un’onda contro gli scogli del Molo – annunciando per l’estate l’apertura del cantiere per il sabbiodotto. E così era in realtà previsto anche dalla procedura, che fissava entro cinque anni dalla pubblicazione del decreto di verifica di impatto ambientale – firmato l’11 giugno del 2020 – la realizzazione delle opere previste. Dunque entro il 2025.

Se il sabbiodotto sembra ancora navigare a largo, appare invece in fase d’approdo la nomina del nuovo segretario dell’Autorirà portuale dopo il lungo commissariamento. Il governatore Giani giovedì ha indicato il nome di Massimo Lucchesi per l’incarico, e il sindaco Del Ghingaro avrà dieci giorni per esprimere un parere. E nel silenzio, che cala ogni qual volta la politica si trova a tessere gli accordi, ne sono passati tre.

mdc