di Iacopo Nathan
LUCCA
Una Maserati Levante, una Porsche Macan e un’Audi R8 parcheggiate nel piazzale dove campeggia una grande insegna di un mercatino dell’usato. A guardare più attentamente, però, su un tendone bianco, proprio di fronte, si legge “Istituto Vendite Giudiziare“, ed è proprio con queste prime immagini che inizia il nostro viaggio in una mattinata di shopping decisamente singolare. E’ partita ieri, infatti, la vendita di oltre 11mila capi d’abbigliamento della Blu Srl del gruppo Volponi a San Concordio, dopo la sentenza del tribunale di Lucca per la procedura di liquidazione giudiziale. Prodotti di lusso a prezzi ribassati, dalle scarpe alle cinture, passando per abiti, camicie e anche cappotti e pellicce, con l’unico intento di vendere i prodotti nel minor tempo possibile. Dopo che negli scorsi mesi questo tipo di vendite al dettaglio sono diventate virali sui social a Milano e Roma, abbiamo deciso di andare in prima persona all’istituto delle vendite giudiziare per mescolarci tra i tanti acquirenti. Già prima delle 10 di mattina, infatti, la fila all’esterno era lunga di persone impazienti di entrare, e si vedevano i primi “fortunati“, capaci di arrivare per primi, uscire con borse e sacchetti pieni di merce. Persone di tutte le età si sono riversate all’ ingresso, e quella lucchese era probabilmente l’ultima delle inflessioni che si sentivano. "Siamo venute da Forte dei Marmi apposta - raccontano Carla e Roberta, due distinte signore con cui abbiamo condiviso la fila -. Quando abbiamo letto che vendevano i prodotti di Volponi non abbiamo esitato, e stamattina siamo arrivate presto".
Da lì abbiamo iniziato a chiacchierare, scoperendo che la Versilia era decisamente il punto di partenza più vicino: chi da Firenze, altri da Bologna o Milano, tutti a caccia dell’affare. E mentre la fila scorreva, i cartelloni facevano venire ancora più l’acquolina in bocca ai clienti: 9.337 paia tra scarpe, sandali e stivaletti, 105 giacche e cappotti, 400 camicie da uomo e donna e chi più ne ha più ne metta. Dopo una coda in stile stadio, con tanto di addetta al cancellino che veicolava il traffico in entrata e in uscita, siamo riusciti ad arrivare al corridoio imbandito con tutti i prodotti. Ad inaugurare lo spazio una grande cesta di cinture di tutti i tipi e di tutte le pelli, ancora dotate di cartellino, sovrastate da un’indicazione chiara, “Tutte le cinture 60 euro“.
La merce si perdeva a vista d’occhio, tra mensole e scaffali piene di camicie da uomo di tutti i tipi, da quelle estive di lino alle fantasie più sgargianti o quelle bianche da completo con tanto di asola per i gemelli. Pareti di scarpe rendevano il tutto ancora più unico, con lunghe file di persone intente a cercare il numero o la taglia adatta, o più semplicemente a fare il conto del prezzo, visto che per le calzature lo sconto era del 50% dal cartellino. In fondo campeggiavano, invece, i veri protagonisti speciali. Giubboti, giacconi, chiodi e sopratutto una lunga fila di pellicce. I prezzi tutt’altro che abbordabili, visto che i cartellini recitavano spesso cifre a 3 zeri, con capi da oltre 3000 euro. Un po’ meglio per borse, ciabatte e cappelli, che risultavano decismente più abbordabili, con capi anche a “soli“ 30 euro, una rarità in mezzo a tutto quel lusso. Il nostro viaggio non ha prodotto nessun acquisto, ma la fila di sacchetti all’uscita era notevole, tra chi si era accaparrato proprio il paio di sneakers di pelle che cercava e chi si provava nuovamente un fantastico bomber di camoscio.
A rimanere penalizzati sono stati i clienti abituali, coloro che frequentano lo spaccio non per cercare la firma, ma per necessità economiche, che hanno provato ad aggirarsi tra i capi di Volponi, restando schiacciati da chi stava cercando la borsa da abbinare alle nuove scarpe.