Carlotta Cambi in vetta al mondo: "Ma Viareggio è come casa mia"

La pallavolista oro olimpico ai giochi di Parigi vive in Versilia, in pausa dagli allenamenti e dalle partite

Carlotta Cambi in vetta al mondo: "Ma Viareggio è come casa mia"

La pallavolista oro olimpico ai giochi di Parigi vive in Versilia, in pausa dagli allenamenti e dalle partite

di Gaia Parrini

Appena una settimana fa, a Parigi, saliva sul podio del mondo a fianco delle compagne di squadra, e con al collo una medaglia d’oro, Carlotta Cambi. Facendo, e scrivendo, nella storia, un nuovo capitolo della e per la pallavolo italiana femminile. Una storia, la sua nella pallavolo, che parte dall’età di 4 anni, e una storia, di vita, che l’ha vista trovare, a Viareggio e al Bagno la Perla di Lido di Camaiore, che proprio ieri ha festeggiato l’atleta olimpionica, non solo l’amore, ma anche una seconda casa.

Carlotta, ricorda la prima volta che ha giocato a pallavolo?

"Ero piccolissima, ancora prima che si potesse cominciare a giocare in squadra. Avevo 4 anni, ed entrambi i miei genitori erano pallavolisti, e li vedevo sempre tornare la sera dagli allenamenti. Ho insistito molto per giocare e loro, alla fine, hanno ceduto".

Se lo sarebbe immaginato, a 4 anni, di vincere un oro alle Olimpiadi?

"La nazionale è l’ambizione di ciascuna bambina, e vincere l’Olimpiade puoi immaginarlo solo nei sogni e nei pensieri, ma non pensi mai di arrivarci per davvero".

E invece c’è arrivata. Cos’ha provato in quel momento?

"È stata una bella soddisfazione perché venivo da tre anni di inattività per scelte tecniche dell’allenatore e non avevo pensato di tornare in nazionale. Con il cambio allenatore però c’è stato anche un cambio di scelte di giocatrici e sono rientrata quest’anno. Ma non me lo aspettavo, avevo persino prenotato le vacanze...".

A chi l’ha dedicato quell’oro?

"A tutte le persone che mi sono state accanto quando le cose non andavano. Quando la nazionale non arrivava o le stagioni non procedevano come sperato. La mia famiglia, il mio fidanzato, tutte le persone importanti per me".

Nel suo percorso, fino ad ora, c’è stato un momento in cui ha pensato “ce la sto facendo“?

"Mi sono trasferita a 15 anni da casa a Roma, e i momenti iniziali sono stati difficilissimi, un po’ perché Roma, rispetto a Montopoli, è una grande città, un po’ perché non mi sentivo a mio agio. Ma poi c’è stata la prima convocazione in nazionale giovanile e quando ho messo piede in palestra con la maglia azzurra mi sono detta che, forse, stavo facendo le cose giuste".

E il momento più memorabile? L’oro di Parigi?

"Ogni cosa che ho vinto porta cose belle. Non dico l’oro olimpionico perché devo ancora realizzare: sono stata sballottata e non ho compreso ancora bene cosa abbiamo fatto, non solo per noi ma per tutto il movimento della pallavolo. Dunque, forse, l’argento al mondiale del 2018, perché ha aperto la pallavolo femminile ad un pubblico più ampio, che ha cominciato a seguirlo sempre di più, e ha dato il via al gruppo che ha poi partecipato alle Olimpiadi".

Alle Olimpiadi, però, avete fatto la storia.

"C’era il fantasma dei quarti, perché la nazionale è sempre uscita in quella partita. È stato infatti il match forse più complesso e anche meno brillante per la pressione che ognuna di noi aveva. Ma nonostante questo è stato un bel risultato".

Con Viareggio, invece, che storia ha?

"Il mio fidanzato abita qua, e quando abbiamo iniziato a convivere mi sono trasferita, ormai tre estati fa. Tutto l’anno sono fuori per il club di Pinerolo, con cui ripartirò la settimana prossima, ma d’estate sono sempre qui. Viareggio è ideale come città, ed è ormai la mia seconda casa".

Il suo posto preferito?

"Io adoro il mare, prendere la bici e arrivare direttamente ai campi da beach volley e all’acqua. Quindi forse quei campi, dove passo la maggior parte dell’estate".

Alla fine sempre di palla si tratta..

"Beach volley e pallavolo sono due sport differenti, e, anzi, per il beach sono un’atleta comune, ma mi piace mettermi in gioco anche in qualcosa che non so fare. Anche perché accomuna due passioni: la palla e il mare".

Un consiglio che darebbe alle giovani atlete che vorrebbero trasformare la passione della pallavolo in lavoro?

"Direi loro che le stagioni e i momenti difficili ci saranno, ma che bisogna sempre mantenere il divertimento e la passione necessaria per entrare in palestra. Sempre con la voglia di fare, e fare bene".