PAOLO DI GRAZIA
Cronaca

Carnevale di Viareggio. La satira torna a pungere tra Meloni e il Papa donna

Edizione numero 152: nel mirino non solo politica ma anche il mondo social. Sei corsi (gran finale il 4 marzo) e quattro feste rionali con il clou in Darsena.

Il bozzetto del carro di Alessandro Avanzini «Per una sana e robusta costituzione»

Il bozzetto del carro di Alessandro Avanzini «Per una sana e robusta costituzione»

VIAREGGIO (Lucca)Cento anni fa Viareggio era povera e poveri erano i materiali utilizzati per fare i carri del Carnevale, quali il gesso, la creta, la iuta. Fino a che un manipolo di giovanotti con tanta passione e una discreta vena artistica (anche un pochino più che discreta...) non trascorse notti intere al freddo e all’acqua, sotto ripari di fortuna per mettere a punto una nuova tecnica. La cartapesta, già in uso dal ’500, risultava troppo pesante. Ecco allora l’idea – semplice ma geniale – di incollare strisce di carta al calco ricavato da un modello in creta. La carta a calco, insomma, o cartapesta viareggina doc. Il primo carro così plasmato vide la luce proprio nel 1925.

Oggi a un secolo di distanza la Fondazione Carnevale, che ieri nella sede della Regione ha presentato l’edizione numero 152 della rassegna (quest’anno dedicata alla pace), celebra quella ‘scoperta’ che è diventata nel tempo il marchio di fabbrica della kermesse viareggina. Ancora oggi infatti, a distanza di 100 anni, si usa la stessa tecnica. Cento anni nel corso dei quali i costruttori viareggini hanno modellato maschere, pagliacci, Pierrot. Ma soprattutto politici. Italiani e internazionali. Caricaturandoli, ridicolizzandoli, facendoli diventare bersaglio di una satira feroce e pungente.

Vignette tridimensionali quando ancora, le vignette umoristiche sui quotidiani non c’erano. Erano gli anni Sessanta e Settanta, quelli delle contestazioni studentesche, delle rivolte del ’68, degli anni di piombo, delle rivendicazioni sociali. I Viali a Mare divennero una sorta di salotto politico extraparlamentare. E i politici temevano quel pubblico ludibrio, tanto da chiederne ogni tanto la censura. E proprio quest’anno Viareggio celebra il prepotente ritorno della satira politica. Carlo e Lorenzo Lombardi attaccano frontalmente la chiesa e i suoi dogmi millenari: "Sic transit gloria mundi" è il titolo della loro opera in cui giganteggia un papa dal volto femminile. Come a dire che la parità di genere nella chiesa è ancora un valore molto lontano. E la Meloni la vedremo? Eccome! Alessandro Avanzini raffigura il capo dell’esecutivo mentre indossa i pantaloni di Mussolini nella sua "Per una sana e robusta costituzione" in cui fra le nuvole aleggia la figura protettiva di Berlusconi raffigurato come angelo custode. La Meloni in tenuta fascista anche nella mascherata di gruppo di Giampiero Ghiselli "C’è qualcosa che non torna". E’ a bordo di un’auto stile anni ’30 con ai lati due ali di motociclisti fra cui Salvini e La Russa che brandiscono i manganelli.

Non mancherà, come sempre, la satira di costume. Maria De Filippi, nel carro di Luca Bertozzi ha in Maurizio Costanzo il suo angelo custode, mentre è impegnata a difendere a spada tratta il Regno del Biscione insieme alle sue creature come Annalisa, Elodie, Emma. Il mondo social e dell’apparire viene rivisitato dai fratelli Breschi e dai fratelli Cinquini e figli. I Breschi raffigurano un’umanità sempre più connessa, ma anche sempre più disconnessa dalla realtà e disumanizzata. I Cinquini vedono la donna stereotipata e omologata, rivestita da capi d’abbigliamento firmati e da gioielli. La paura del diverso, infine, campeggia nel carro di Jacopo Allegrucci, campione in carica, che sui Viali a mare porterà la sua personale rivisitazione di Frankenstein, il mostro per eccellenza, scansato da tutti.