
COLPO D’OCCHIO La gente ha riempito piazza Mazzini, ma è mancato il pienone classico del terzo corso
Viareggio, 16 febbraio 2015 - ALLA FINE «ne l’ha data» come si dice, volgarmente, qui da queste parti. Sì, il maltempo ha concesso una tregua; le perturbazioni hanno circondato Viareggio da ogni lato cardinale ma il Carnevale è stato risparmiato. Così – salvo per l’assenza delle mascherate, rimaste agli hangar per precauzione – anche il corso dei corsi è andato, regalando tanto: «Una giornata qui – ha dettoil ‘mundial’ Paolo Rossi lasciando la tribuna – farebbe davvero bene a tutti». Ma l’incasso no, purtroppo quello non è stato all’altezza. Il cassiere si ferma a 300mila euro, che considerando anche l’aumento (3 euro) dei biglietti testimonia la sensazione della prima ora, ovvero che di gente, in strada, non ce ne fosse poi molta. Una sensazione sempre più evidente allontanandosi da piazza Mazzini. Adesso, per raggiungere il pareggio di bilancio del botteghino (a cui si sono aggiunti 662mila 211euro dei cumulativi), la Fondazione deve raccogliere oltre 350mila euro dagli ultimi due corsi. Possiamo solo sperare che la diretta Rai di domani possa fare da traino, riaccendere un po’ d’interesse.
Ma lasciamo i conti, che faremo alla fine, e torniamo alla festa. L’ha fatto anche il commissario Stefano Pozzoli, che ha vissuto il Carnevale con un vestito più romantico. Quello di papà, che prende i piccoli a «carimiccio» sulle spalle per alzarli oltre tutto fino ai mascheroni. Ci sono tanti modi di farlo questo Carnevale, l’importante è farlo con generosità. Sembrerà una piccola inezia, ma quando dai carri e dai balconi volano caramelle c’è un emozionante scambio di sguardi tra la città e gli ospiti che ricevono quella dolce premura. Dal fossile di Carlo Lombardi (a cui ieri sono spuntate le zampe, meglio tardi che mai...) e dal teatro di Roberto Vannucci piovono catinelle di bon bon. A noi poi, per esempio, piace anche il modo ubriacante di fare ‘Il Carnevale’ dei fratelli Cinquini. Con gli euro-spermatozoi impazzati, che si lanciano alla conquista delle case borghesi del lungomare e degli hotel. Piace quello più garbato di Gilbert Lebigre, lui sorride e abbraccia tutti quelli che incontra. Mentre la moglie Corinne, i figli Elodie, Sebastian e Benjamin ballano, e con la loro compagnia ci fanno entrare completamente nel loro mondo e nei loro racconti. Che hanno un respiro, sono storie vive. Ci piace la popolarità spontanea dei ‘breschini’, che accompagnano lo stupore di una costruzione, quella di Massimo Breschi, che dal un lato è un sogno e dall’altra un incubo perfetto. Ci piace il modo di fare dei Burlamatti, una radice profonda che tiene il Carnevale saldamente ancorato alla sua terra. E anche quello degli Amici di Burlamacco, così fedeli e propositivi. A noi piace il Carnevale così, altruista.