MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Carnevale di Viareggio, l’ingegnere si mette la parrucca. Il responsabile della sicurezza: “Vi racconto la festa”

Paolo Polvani: “Spostiamo le ‘carrette’ ai rioni”

L'ingegner Paolo Polvani

L'ingegner Paolo Polvani

Viareggio, 21 febbraio 2024 – È cresciuto con Giuseppe Donatelli, l’istrionico Beppe Bugia, e professionalmente con l’ingegner Alessandro Volpe. Per questo nell’ingegner Paolo Polvani convivono le due anime del Carnevale.

Quella goliardica, sfacciata e impertinente, e quella fatta di studio, calcolo e mestiere. E allora puoi trovarlo nel vortice del Carnevaldarsena travestito da Marialina Marcucci, con tanto di caschetto biondo, ma il giorno dopo, alle 7 del mattino, sarà puntale in Cittadella per l’uscita dei carri. Responsabile del circuito e della sicurezza di una festa che accoglie migliaia di persone.

Ingegnere, come regge la pressione dei corsi?

"Scarico tutta la tensione ai rioni e ai veglioni, facendo il Carnevale con gli amici di sempre".

Il primo ricordo di Carnevale?

"È legato a Beppe Bugia. Quando si trasferì al Campo d’Aviazione diventò mio vicino di casa. Un regalo bellissimo. Perché lui il Carnevale lo aveva davvero dentro. Ne combinava di tutti i colori. Sai che faceva il giorno del corso, quando a Viareggio arrivavano le mascherate e le bande e gli chiedevano indicazioni per i Viali a Mare? Le spediva tutte sulla spiaggia. E poi baciava e abbracciava tutti. Faceva divertire tutti con le sue mascherate. Quando incrociava un carrista si sperticava nei complimenti. Diceva a tutti “Il tuo è il carro più bello. Merita di vincere“. A tutti la stessa tiritera, con quella bellissima faccia tosta"

Dal 2000 il Carnevale è diventato anche lavoro.

"Da giovane ingegnere cominciai a collaborare con lo studio di Alessandro Volpe, di cui poi sono diventato socio. All’epoca era il direttore dei corsi, e mi spediva a fare tutte le pratiche che lo annoiavano. Ci siamo voluti molto bene, e lui mi ha insegnato tutto ciò che sapeva. E dopo 13 anni mi ha lasciato la direzione dei corsi. Adesso tocca a me tramandare il mestiere".

I tuoi primi anni furono quelli della presidenza di Elio Tofanelli. Che Fondazione fu?

"Un caos totale. Mi ricordo di riunioni così animate che finivano quasi alle mani. Ma il giorno dopo era già tutto passato. La satira era ancora viva, e ogni anno scoppiava una polemica a livello nazionale. Furono anni incredibili"

E con Nanni Maglione?

"Un galantuomo. Per lui era tutto bello. Eravamo sempre bravi. Forse era fin troppo garbato per reggere l’onda d’urto del Carnevale".

Poi è arrivato il ciclone Alessandro SantinI...

"Sono stati gli anni in cui ho lavorato di più in assoluto. Perché aveva mille idee e non potevo mai dirgli di no. Tutti i giorni partiva un treno, mi spediva in ogni parte del mondo. Gli venne anche in mente di rilanciare il Carnevale estivo. Oggi, lo dico subito, non potremmo più fare".

Perché?

"Perché le normative sono cambiate, e per farlo dovremmo blindare mezza città".

Con Stefano Pasquinucci com’è andata?

"Lui è innamorato di Viareggio, ma purtroppo ha vissuto anni difficili per la crisi dei conti della Fondazione".

E infatti, col Comune al dissesto, è arrivato il commissario Stefano Pozzoli.

"Il primo giorno che lo incontrai disse che avrebbe dovuto dimezzare il mio compenso. Non dissi niente, perché sapevo che la situazione economica era difficile. L’anno dopo lo ripristinò al 100% perché “per ciò che fai sono tutti meritati“ , disse".

Da 8 anni accompagna la Fondazione di Marcucci.

"Ma non è partita bene, con l’elezione di Del Ghingaro pareva fossi destinato a saltare. Faceste anche una locandina del giornale: "Polvani e Santini fuori dal Carnevale".

Poi cos’è successo?

"Qualcuno ha premuto perché restassi, e così è stato. Quello con Marialina oggi è un rapporto di fiducia e stima reciproca. Ha investito tanto nelle persone e nella squadra, e il Carnevale con lei ha fatto un salto in avanti. Perché lei ha la capacità di guardare al futuro".

Il carro preferito di sempre?

"Forse la ballerina di Galli, Lebigre e Roger perché fu una rivoluzione. Il carro al rovescio, gli acrobati, lo spettacolo nello spettacolo. Di solito mi resta nel cuore ciò che mi stupisce. Penso all’odore di incenso che avvolgeva “Santo Subito“, al cane “Salù“..."

Come vede il Carnevale oggi?

"Lo spettacolo è migliore. Io ad esempio investirei ancora di più sui carri grandi. Perché è questo che il pubblico cerca a Viareggio, che ci differenzia da tutti gli altri Carnevali".

E le carrette?

"Conosco tutti gli animatori e voglio loro bene, ma credo che dovrebbero portare quel carico di entusiasmo ai rioni. Nella manifestazione collaterali.."

Con questa proposta, ora le tocca litigare...

"Ora? Mi capita tutti i giorni. Ma per fortuna Beppe Bugia mi ha insegnato ad abbracciare tutti".