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Carnevale di Viareggio, Burlamacco oggi ci riprova: “Trattoristi a posto...”

Alle 15 l’inizio del corso che sfiora l’allerta meteo prorogata fino a mezzogiorno. La curiosità di vedere i carri in movimento dopo le tante anticipazioni social

I carri sono pronti

I carri sono pronti

Viareggio, 9 febbraio 2025 – E niente, tocca tribolare anche oggi. Con le dita incrociate, appena svegli ci catapultiamo alla finestra. Ieri, poco dopo l’ora di pranzo, è arrivata la notizia che nessuno voleva sentire: l’allerta meteo che ha fatto slittare il primo corso di 24 ore è stata prorogata. Codice giallo fino a mezzogiorno. Appunto: dita incrociatissime, sperando che il cappello magico di Marialina faccia il suo lavoro, magari con un pizzico d’intercessione di Elio (nomen omen) che lassù ticchetta col dito sull’orologio, aspettando di vedere il turbinio che prende vita sul lungomare, cui seguiranno i fuochi d’artificio.

Se le previsioni saranno azzeccate, oggi non dovrebbero esserci problemi: alle 15, il triplice scoppio del cannone darà il via alle danze e alla sfilata. Gli aficionados più accaniti hanno già arato la via dell’orto verso la Cittadella, conoscono ogni dettaglio dei carri e hanno messo sul taccuino un ampio bagaglio di anticipazioni, dalla costruzione che si smonta e rimonta durante la sfilata al mascherone che “scende dal carro” e risale in sella. Innovazione costante, proprio nell’anno in cui celebriamo la più rivoluzionaria creazione della storia di Burlamacco: cent’anni fa, dopo una lunga serie di notti passate all’addiaccio tra una prova e l’altra, Tono D’Arliano perfezionava l’arte della carta a calco che avrebbe fatto slanciare i “giganti di cartapesta”, per usare una locuzione cara in Fondazione, verso il cielo e i sogni.

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Anticipazioni o meno, la regola aurea è che “i carri vanno visti in passeggiata”, e dunque in movimento (per i puristi) e contestualizzati nello spettacolo che prevede (e qui i puristi storceranno il naso) anche lo show dei figuranti e la colonna sonora. Sempre sospesi tra l’innovazione e la tradizione, che quest’anno si presenta in grande stile con la satira politica, specie rara che pareva ormai in via di estinzione, che torna a campeggiare sulle costruzioni.

Se l’acqua, come sembra, darà la tregua sperata, consentendo alla Fondazione di far partire il marchingegno della festa senza intoppi, la giornata sarà lunga. Alle tre ore abbandonanti di corso a cui ci siamo abituati in questi anni, seguirà lo spettacolo pirotecnico e musicale dei fuochi d’artificio, prima di chiudere le danze al Rione Storico, sotto le ombre della Torre Matilde e di Sant’Antonio, proprio là dove, nel 1873, i “legni” (“carro” era ancora là da venire) sfilarono per la prima volta in un giorno di Martedì Grasso. Centocinquantadue anni dopo, siamo ancora qua. Con la stessa emozione di sempre, vestiti di felicità, nel salotto buono cittadino, pieno di charme. Dove il sacro e il profano si prendono a braccetto. Falsa partenza; stavolta facciamo sul serio: buon Carnevale.

Daniele Mannocchi