REDAZIONE VIAREGGIO

Casina dei Ricordi senza pace. Violate le pagine del diario che custodisce la memoria

Strappate e usate come carta igienica. Ennesimo sfregio al luogo nato dopo la strage ferroviaria. Il custode Giuliano Bandoni chiude le porte: "Non c’è più rispetto per niente e per nessuno".

Giuliano Bandoni, custode della Casina

Giuliano Bandoni, custode della Casina

In quelle pagine ci sono le emozioni. Si sono posate lacrime e carezze. Accolgono i ricordi di vite condivise, e perse. Sono le pagine del diario della “Casina dei Ricordi“ di via Ponchielli, il luogo della memoria della strage ferroviaria del 29 giugno 2009, che qualcuno ha strappato e utilizzato come carta igienica.

"Credo che si sia toccato il punto più basso dell’inciviltà, non c’è più rispetto per niente e per nessuno" si sfoga Giuliano Bandoni, custode di questo spazio del dolore collettivo e della lotta comune di una città per la giustizia, la verità e la sicurezza sui binari.

Con il lucchetto, Bandoni, ha chiuso la porta della Casina intorno a cui ogni 29 giugno Viareggio si ritrova da quindici anni per “Non dimenticare“, in cui ogni 29 del mese i familiari si incontrano ancora per condividere un pensiero, per le 32 vittime del treno merci deragliato ed esploso, e un impegno, “Mai più“. "E fino a quando non si sarà trovata una soluzione, per allontanare chi viola questo luogo, la Casina resterà chiusa" dice Giuliano. Che quella notte di giugno perse due amici, Andrea Falorni e Maria Luisa Carmazzi; e che nel loro ricordo si prende cura, ogni giorno, del luogo della memoria. Senza pace.

I vandalismi alla Casina negli ultimi anni sono stati molteplici, nelle ultime settimane, poi, continui. "Utilizzata come una latrina, vandalizzata, è stato rotto persino il sistema di allarme..." Attraverso l’impegno del vicesindaco Valter Alberici il Comune ha provveduto a ripulire l’area, e, attivando la Mover, col coinvolgimento del presidente Roberto Bucciarelli, sono state coperte le spese per riparare il sistema di sicurezza. "Li ringrazio personalmente – prosegue Bandoni –, anche per essersi presi l’impegno di collegare finalmente le telecamere al server. Ma, dopo una settimana, ci troviamo al punto di partenza. Di fronte all’ennesima vigliaccata. Per questo servono controlli, continui".

Martina Del Chicca