MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Strage di Viareggio, «questa prescrizione non è un’assoluzione»

Il durissimo commento di Piagentini: «La Cassazione ha filosofeggiato sui rischi dei lavoratori, in ferrovia un passo indietro di 50 anni»

La terribile immagine della notte della strage (foto Umicini)

Viareggio, 9 settembre 2021 - Dopo più di dodici anni, scanditi delle 180 udienze nei tribunali di Lucca, di Firenze, e infine di Roma, i familiari delle vittime della strage ferroviaria del 29 giugno stringono forte quei «brandelli di verità», stracciata dalla prescrizione e ’alleggerita’ dell’aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.

«La cosa certa – dice Marco Piagentini, presidente dell’associazione ’Il mondo che vorrei’ – è che oggi, nelle 580 pagine delle motivazioni della sentenza di Cassazione, ci sono i nomi e i cognomi dei responsabili della strage di Viareggio. Tra cui anche i vertici delle aziende, italiane e straniere, coinvolte. In quelle pagine ci sono nero su bianco, le cause che hanno determinato la morte di 32 persone e la distruzione di quella notte: la mancata manutenzione e i mancati controlli». Secondo i Supremi Giudici una corretta manutenzione avrebbe evitato che sul carro di un treno venisse montato un assile con una cricca larga 11 millimetri; mentre un corretto controllo, anche documentale, avrebbe invece potuto fermare quel convoglio sgangherato carico di Gpl. Invece quel treno-bomba ha attraversato mezza l’Italia, correndo tra le case. Anche tra quelle stese lungo via Ponchielli, dov’è entrato l’inferno quando la cricca si è aperta, l’asse ha ceduto, il treno è deragliato e una delle 14 cisterne si è squarciata lasciando uscire il gas che ha avvolto l’aria. Ed è bastata una scintilla per scatenare un’esplosione di fuoco che ha raggiunto le abitazioni affacciate sui binari uccidendo 32 persone. Proprio per questo, poiché “le vittime non sono assimilabili a lavoratori e dunque non può essere loro riconosciuto il rischio lavorativo” gli ermellini non hanno riconosciuto per il disastro ferroviario l’aggravante dell’incidente sul lavoro. Non ci fu “rischio lavorativo” spiegano i giudici e quindi l’obbligo per le società di valutare i rischi “non assume rilievo causale”. 

«E questa è la grave sconfitta. – prosegue Piagentini, commentando le motivazioni della sentenza –. Non lo è solo per noi familiari, che abbiamo già perso ciò che di più importate avevamo. E’ una sconfitta per tutti, per questo Paese. Per arrivare a questa conclusione la Suprema Corte, filosofeggiando sul diritto, ha separato il rischio dei lavoratori con il rischio della circolazione. E’ questo ci riporta indietro di 50 anni ed è un rischio tanto per chi in ferrovia ci lavora, quanto per le persone che vivono o transitano intorno alla ferrovia. L’impresa ferroviaria – prosegue Piagentini – per normativa dovrebbe fare una valutazione del rischio, anche verso terzi. Invece, con questa sentenza, si rischia di creare un precedente pericoloso».  Oltre alle ripercussioni future che questa sentenza potrebbe lasciare nella giurisprudenza; nell’immediato il mancato riconoscimento dell’aggravante, dopo l’incendio e le lesioni, ha fatto scattare la prescrizione anche per il reato di omicidio colposo plurimo. «Un’altra grande ingiustizia – commenta Piagentini – , è come se la legge non riconoscesse i 32 morti. Mia moglie Stefania, i miei figli Luca e Lorenza. Federico, Emanuela, Mario, Elisabeth, Alessandro... Per questo ci siamo battuti contro l’istituto della prescrizione. Perché se è vero che i processi devono essere veloci, è anche vero che la loro durata, oltre che ragionevole, deve essere finalizzata all’accertamento della verità e quindi delle responsabilità. Questo dovrebbe essere lo scopo del legislatore: proteggere, prima di tutto, la giustizia». 

Il processo per la strage di Viareggio, tuttavia, non è finito. Tutti i condannati torneranno in Appello per rideterminare le pene, che potrebbe abbassarsi data la caduta dell’aggravante. «Ma la Suprema Corte – aggiunge il presidente del Mondo che vorrei – fa un monito ai giudice dell’Appello bis, che potranno rideterminare le pene e aumentarle fino al massimo degli anni richiesti dai giudici del secondo grado, proprio per la gravità del disastro e il numero dei morti». E in quell’occasione l’ex Aad di Fs Moretti sarà chiamato a confermare l’intenzione di rinunciare alla prescrizione. «Ci auguriamo che, sentendosi innocente come ha sempre ribadito, Moretti confermi la sua rinuncia alla prescrizione per tutti i reati. Per quanto ci riguarda – dice Piagentini – i condannati in via definitiva per noi restano colpevoli di omicidio colposo. Perché la prescrizione non assolve». L’ultimo pensiero è per chi, in questi 12 anni, c’è stato. «Per la Procura di Lucca e i nostri legali che ci hanno consentito di ottenere questi brandelli di verità. E – conclude Piagentini – per l’Assemblea 29 giugno e per la città di Viareggio che non ci hanno lasciati soli».