Viareggio, 6 febbraio 2019 - Un po’ in ritardo rispetto al solito, anche a causa degli sbalzi termici di questo periodo, ma anche quest’anno è arrivato in Versilia il periodo di riproduzione del novellame di anguilla, le cosiddette cèe. La cattura delle cèe sottomisura (la taglia minima consentita è 25 centimetri) provoca notevoli danni all’ecosistema marino, andando a incidere sugli esemplari appena nati di una specie in via di estinzione e protetta da convenzioni e norme internazionali e nazionali.
La Capitaneria di Porto di Viareggio ha intensificato nei giorni scorsi la vigilanza, anche di notte. I militari, anche grazie alle segnalazioni che provengono dai cittadini, hanno individuato e sequestrato nei giorni scorsi in particolare lungo le sponde del canale Burlamacca diversi attrezzi artigianali (nasse e cerchiaie di varie forme e dimensioni, retini a maglia fitta e contenitori per la raccolta) posizionati in acqua per la cattura delle anguille e abbandonati alla vista della Guardia Costiera.
La pesca illecita è stata interrotta sul nascere. L’attenzione dei militari si è concentrata naturalmente anche su mercati e ristoranti, per prevenire l’illecita commercializzazione delle cèe, rivendute a caro prezzo. In un ristorante di Viareggio i militari non hanno trovato le cèe bensì 17 vaschette “anonime” in pvc e polistirolo contenenti polpa di riccio, altra specie ittica protetta in quanto a rischio estinzione, per un totale di 2,3 kg di prodotto pronto a essere servito in tavola. Il titolare non ha fornito alcuna certificazione di tracciabilità dei ricci di mare, quindi considerati provenienti da pesca sportiva abusiva.
Oltre al sequestro delle vaschette, al ristoratore è stata inflitta una sanzione da 1.500 euro.