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Viareggio, 21 settembre 2015 - FORSE dal direttivo provinciale della Cgil, in programma domani, uscirà una parola chiara sulla strana storia del siluramento annunciato del segretario della Camera del lavoro Massimiliano Bindocci. Che ieri ha deciso di dire qualche parola.
«NON SMENTISCO, non confermo, non commento quel che sto leggendo – dice Bindocci – Sono ancora, da 13 mesi, responsabile di zona della Versilia e confido di ricevere comunicazioni dal direttivo provinciale della Cgil di martedì, o nei giorni successivi. Per ora continuo il mio lavoro col massimo impegno. Ce n’è bisogno, e invito tutti a non fare polemiche interne sulla stampa». Ultimo appello non pervenuto, a quanto pare. Ma sempre più il caso Bindocci si profila come la conseguenza di un sindacalista di successo, che ha suo tempo ha moltiplicato esponenzialmente le adesioni alla Filcams Cgil, e però sta con la base e non si piega a quello che una volta, altrove ma non lontano dalla Cgil, si chiamava «centralismo democratico». Massimiliano Bindocci come Giordano Bruno? Un eretico?
A SUA DIFESA interviene un ex segretario della Camera del lavoro che tanto ha fatto per i lavoratori di Viareggio e della Versilia, Andrea Antonioli, membro del direttivo provinciale: «Non prendiamoci in giro! La responsabilità della Cgil della Versilia è una cosa seria e per rispetto del responsabile Massimiliano Bindocci e di tutti i delegati e gli iscritti alla Cgil le cose devono essere chiare. Le segreterie regionale e nazionale della Filcams affermano in una lettera, con toni e alcune affermazioni che poco hanno a che vedere con i valori della Cgil, che ‘la segreteria della Cgil di Lucca già dal 7 agosto scorso avrebbe ritirato la delega a Massimiliano Bindocci’, mentre il segretario della Cgil di Lucca rilascia alla stampa affermazioni sibilline. Abbiamo diritto di sapere: la segreteria provinciale ha rimosso Bindocci? Se si con quali motivazioni e perché l’ha tenuto nascosto? Oppure la lettera delle segretarie regionali e nazionali della Filcams, oltre ai toni sbagliati, dice anche delle falsità e la segreteria provinciale della Cgil, malgrado le profonde differenze rispetto ai rapporti con Del Ghingaro e soprattutto il fatto che Bindocci non incarna adeguatamente la figura del soldatino ubbidiente (per fortuna aggiungo io), conferma pienamente l’incarico a Massimiliano Bindocci, consentendogli di lavorare in santa pace ed in autonomia».
«O FORSE la segreteria provinciale della Cgil – prosegue Antonioli – in barba a qualunque idea di partecipazione democratica dei lavoratori, ha nei suoi piani la soppressione della Cgil zona Versilia, nell’ambito di un dissennato progetto di unificazione della Cgil della provincia di Lucca con quella di Massa e sta cercando di spianargli la strada facendo fuori tutti quelli che non sono pienamente omologati, ubbidienti, e che credono nella centralità del lavoro e dei lavoratori e non degli organigrammi interni? E’ ora di farla finita, in questo modo la segreteria della Cgil, compreso chi si appicica l’etichetta di sinistra ma poi sostiene tutte le peggiori scelte per partecipare al balletto degli incarichi, rischia di mandare a monte tanti anni di lotte di sacrifici e di battaglie, lasciando i lavoratori sempre più soli di fronte alla crisi e agli attacchi che vengono da tutte le parti. I lavoratori e la Cgil della provincia di Lucca hanno bisogno di una svolta, di un vero cambiamento nelle politiche e negli uomini».
VERREBBE da dire: perdindirindina. Tuttavia leggiamo quel che scrive la segretaria Filcams Valentina Gullà succeduta a Umberto Marchi: «Franco Chiriaco afferma che non esistono comunicazioni di allontanamento di Bindocci. Ma io stessa in qualità di segretaria generale provinciale della Filcams Cgil, del cui direttivo Massimiliano Bindocci fa parte, ho ricevuto nei giorni scorsi formale comunicazione da parte di Filcams Regionale e Nazionale in cui si faceva esplicito riferimento alla revoca dell’incarico, da parte della Cgil di Lucca, a partire dal 7 agosto». Il piatto è servito, ed è una bella frittata.
Beppe Nelli