La domanda che si pongono Luciano Tomei ed Antonino Croci è “What about us: che ne sarà di noi?“. Forse ispirati dal brano della cantante Pink, e stimolati dal carro, del 1988, di ‘Bocco’ Vannucci dal titolo “La natura si ribella“. Il consolidato duo, che assieme ha firmato già tre costruzioni (di cui 2 in Prima categoria) presenta una Seconda categoria di forte impatto e decisamente imponente dallo spirito ambientalista. Opera che accende un faro sul crescente impatto umano sugli ecosistemi.
E dunque, Luciano e Antonino, che ne sarai di noi?
"Siamo arrivati al punto di non ritorno, l’umanità è prossima al collasso. Sgomitando per conquistare ogni angolo del Pianeta, siamo ormai sull’orlo del punto di rottura degli equilibri. E il rischio è che la natura ora si riprenda, con tutta la sua forza, gli spazi che noi gli abbiamo tolto. Che si ribelli. E come la gramigna getti radici forti e inestirpabili per avvolgere tutto quello che incontra".
Perché per dare un corpo a questa immagine avete scelto proprio la gramigna?
"Perché cresce dovunque ed è una pianta con solide radici. Del resto per ricoprire tutto il male che questa nostra società ha creato c’è bisogno di solide radici".
Al centro della costruzione dunque c’è questa sorta di grande mostro verde...
"Esattamente. Volto terrificante e corpo ricoperto da 600 metri di iuta a maglie larghe tagliate a strisce, verniciata su tre tonalità diverse di verde, passata nel vinavil e cucita sulla maschera. Il nostro “mostro“ ruoterà di 180° e svetterà, per la lunghezza di 9 metri, fino a 13 metri di altezza. Fra le mani un tronco di albero morto ed un pezzo di cemento strappato dalle macerie. Paradigma di come tutto, o quasi, è finito".
Ma un barlume di speranza ci deve pur essere...
"Quello certo, il Carnevale di Viareggio da sempre coltiva il seme della speranza".
E che forma ha, dunque, la speranza?
"La forma di una mongolfiera, che porta in salvo quel poco che c’è da salvare per sperare di tornare a vivere. Una si porta via una casa ed un albero in fiore, un’altra un pesce esotico con i coralli. E poi ce n’è una terza, semi nascosta dal mostro di gramigna. Tutte arriveranno all’altezza di 15 metri".
Maschere e musica?
"Le maschere sono 130, vestite con tuniche ricoperte di iuta. Per la musica ci siamo affidati al dj Leonardo Bonuccelli, mentre le coreografie sono curate Mary Cannabuci, Roberta Guarino e Valentina Pratesi".
Avete anche una colonna sonora inedita?
"Sì, la canzone originale scritta per il carro è cantata da Marco Reina".
Com’è arrivata l’idea per questa costruzione?
"Dalla condivisione di un pensiero, guardando a ciò che sta accadendo intorno a noi. Ci siamo detti che il mondo così non va, e che la natura si deve ribellare".
Sergio Iacopetti