Chiude l’edicola di Mila: "Troppa burocrazia e tributi comunali alti"

Domenica nell’ultimo giorno dell’attività di Fiumetto saluterà i clienti "Ho provato a chiedere sostegno al sindaco e all’oppozione ma non l’ho avuto".

Chiude l’edicola di Mila: "Troppa burocrazia e tributi comunali alti"

Mila Malavasi domenica chiuderà l’edicola di Fiumetto

"Mi sono battuta per vendere un prodotto ’sano’ ma è stato inutile". È amareggiata Mila Malavasi che domenica chiuderà l’edicola di Fiumetto dopo quattro anni di gestione e dopo aver messo sorriso e anima in quel piccolo chiosco vocato all’informazione ma anche ai rapporti umani. Si sente sconfitta dalla burocrazia, dai costi eccessivi e dall’assenza di un aiuto per portare avanti quella scommessa in cui Mila aveva infuso anche originalità: è stata sua infatti l’idea di collocare fuori una cassetta dove lasciare gli spiccioli per favorire una vendita di quotidiani self-service anche quando lei doveva allontanarsi dall’edicola. "Ho combattuto per la sopravvivenza di questa attività – si sfoga Mila Malavasi – mettendo a rischio la mia. Sono arrivata a trovarmi in difficoltà per pagare l’affitto di casa per sostenere l’edicola. La politica non ha voluto ascoltare il mio grido d’aiuto: sono andata più volte dal sindaco a illustrare le difficoltà del settore, a spiegargli che altri Comuni in modo illuminato hanno ridotto dell’80% il costo del suolo pubblico per esercizi come il mio che sono risorse per la comunità. Mi sono trovata a pagare 2mila euro all’anno. Non mi ha sostenuto lui ma neppure l’opposizione si è fatta promotrice di una battaglia in tal senso. Intanto sono rimasta stritolata tra le percentuali bassisime di guadagno e con una concessione, di fatto, scaduta nel 2021 in attesa delle aste. Quest’estate poi si sono visti meno turisti: ho lavorato 12 ore al giorno ma ho capito che non c’era speranza".

Svanisce così quello che era un sogno coltivato da bambina, quando Mila, milanese, arrivava a Fiumetto d’estate da piccola con i nonni. E quell’edicola quasi fiabesca l’aveva sempre affascinata. "Un rilevante pezzo di storia del territorio scompare – commenta – insieme a lei un punto di riferimento per Fiumetto dove non solo era un luogo di informazione e cultura, ma era anche il colore della piazza dove trovare interessi, curiosità, desideri e sogni, come in tutte le edicole. Per cogliere un valore simile e saperlo preservare dall’invasione di internet ci vuole lungimiranza, saggezza e capacità nel comprendere che investire nella formazione inellettuale di una comunità si guadagna rispetto, consenso e benessere. Grazie a tutti i residenti e forestieri, compratori di libri e giornali, che mi hanno regalato sorrisi e speranze, brioches e caffè, è stato bello conoscervi. Invito tutti a un saluto domenica, ultimo giorno di apertura dell’edicola, dalle 17 alle 19, perché un abbraccio si porti via l’ignoranza e insieme condividere l’idea che le edicole sono l’esempio di pluralismo di libere opinioni, un segno di civiltà".

Francesca Navari