
Consumo di alcolici (foto Germogli)
Lido di Camaiore (Lucca), 15 agosto 2021 - Ieri mattina si sono incontrati, e si sono stretti la mano. Sono entrambi padri, ed entrambi condividono il coraggio di dare la vita e la paura di lasciarla andare nel mondo. Le loro strade si sono incrociate venerdì sera, quando il titolare del bagno Abetone, Nicola Belli, ha trovato un ragazzino incosciente sulla spiaggia. Aveva bevuto tanto, troppo. Fino a collassare. E’ stato il balneare ad avvisare i soccorsi, lui ha trovato anche il numero di cellulare del padre. Che così è potuto correre all’ospedale, per stare vicino al figlio finito al pronto soccorso in coma etilico.
Si è conclusa così, fortunatamente senza conseguenze irreparabili per il giovane, appena 14 anni, orginario del fiorentino, e con quella stretta di mano tra due padri colma di gratitudine, una storia come tante in queste notti d’estate scandite dal suono delle sirene. "Con le ambulanze – ha raccontato Carla Vivoli, presidente della Croce Verde di Viareggio – facciamo anche sette, otto interventi in una notte per gravi intossicazioni alcoliche". Per soccorrere giovani, giovanissimi, con più bicchieri in corpo che anni di vita. La conseguenza estrema dell’abuso è il coma etilico. Dopo aver bevuto un bicchiere da 12 grammi, l’alcol scende nello stomaco dove viene assorbito al 10 per cento. Il resto finisce nel fegato che non può metabolizzarne più di 6 grammi all’ora. Se nel frattempo si aggiunge un secondo bicchiere, l’alcol in eccesso è libero di circolare nel sangue e provoca una serie di sintomi a catena, fino al coma. Come è accaduto venerdì sera.
Era mezzanotte, e al bagno Abetone – proprio a fianco che spiaggia libera che si specchia su piazza Lemmetti, ritrovo prediletto dai giovanissimi – era già arrivato il momento dell’ultima canzone al karaoke. Ed è in quel momento che, dalla direzione, Belli ha visto dei movimenti confusi in riva al mare. E così, insieme ad altri, ha attraversato tutta la passerella per andare a vedere. "Ho trovato il giovane steso su una sdraio dello stabilimento, l’avevano trascinato qui alcuni amici dalla spiaggia libera. Forse sperando che, fuori dalla confusione, avrebbe ripreso conoscenza...". E invece niente, il quattordicenne non è mai rinvenuto. L’unico impulso, fisico, che aveva era quello di liberarsi da ciò che lo stava avvelenando. "Ho capito subito che la questione era seria, che non c’era tempo da perdere. E ho chiamato immediatamente il centralino del 118. Come da prassi, in questi casi, ho avvisato anche i carabinieri e la Guardia Costiera".
L’intervento è stato rapido, e il giovane è stato accompagnato al Pronto soccorso del Versilia dove l’equipe del dottor Giuseppe Pepe, primario dell’emergenza, si è presa cura di lui. Ieri mattina il ragazzo è stato dimesso. E la prima cosa che ha fatto suo padre, dopo aver accompagnato il figlio a casa, è stata andare al bagno Abetone, a ringraziare personalmente Belli per l’intervento. Da genitore e genitore. "Ma io non ho fatto niente – conclude l’imprenditore balneare –. Ho fatto quello che avrei fatto per mio figlio, al ragazzo hanno pensato i sanitari".