Commercianti contro i bagni-resort: "Torniamo alle tradizioni locali. Così si possono tutelare le spiagge"

Il Ccn invoca nuove regole dal Comune anche in vista degli appetiti delle multinazionali alle prossime aste "Basta brandizzazioni o boutique sul mare, azzerare le cene, e stop all’acquisto di pluriconcessioni".

Commercianti contro i bagni-resort: "Torniamo alle tradizioni locali. Così si possono tutelare le spiagge"

Commercianti contro i bagni-resort: "Torniamo alle tradizioni locali. Così si possono tutelare le spiagge"

I commercianti dicono basta alla deriva di "stabilimenti balneari trasformati in resort globali". E, appellandosi alla tanto invocata identità locale, reclamano al Comune regolamenti ancora più stringenti per scongiurare passerelle di moda, spazi boutique, nuove piscine a go-gò e perfino azzerare cene sulla spiaggia. "Una misura ancora più urgente – evidenziano – alla luce delle previste aste dei bagni: ora come non mai introdurre nuove norme può servire a dissuadere chi intende acquistare una concessione per fare piscine, centri benessere, negozi, ristoranti lusso o maxi tende". E l’idea di ’blindare’ gli stabilimenti sul modello tradizionale fortemarmino ("riportando pure ombrelloni e patini ormai scomparsi") punta a voler rappresentare anche un modello apripista a cui – vista la rilevanza turistica di Forte dei Marmi – anche altre località italiane potrebbero ispirarsi per scongiurare l’acquisizione all’asta delle spiagge da parte delle multinazionali.

"Siamo convinti che questa deriva si possa rallentare – dicono il presidente del Ccn Attilio Pagani e il vice Luca Morini – le regole commerciali per i ristoranti e i bar con licenza stagionale devono essere cambiate: potranno essere aperti solo ai clienti e per tutti gli stabilimenti sarà obbligatorio prevedere aree di parcheggio per auto e bici. Inoltre assicurarsi un minimo di punti ombra tra tende e ombrelloni che dovranno avere dimensioni minime e massime stabilite. La visibilità e l’estensione dei marchi commerciali all’interno dei bagni dovrà essere vietata, così come l’uso di materiali e colori predeterminati sarà obbligatorio e dovranno essere vietati gli accorpamenti tra concessioni. Cioè solo una concessione per ogni intestatario. Queste sono alcune norme su cui si deve lavorare per tutelare l’unicità delle spiagge di Forte". "Ben vengano imprenditori che decidono di investire sul territorio – argomentano – tuttavia è importante cercare di mantenere un equilibrio tra lusso e autenticità per garantire che Forte dei Marmi non perda il suo fascino unico diventando una meta di turismo senza più nessuna originalità, ad esempio impedendo l’estensione commerciale dei brand del lusso sulle spiagge. C’è grande preoccupazione per gli effetti della Bolkesterin per imprese e famiglie che fino ad oggi hanno gestito gli stabilimenti e rischiano di perderli, ma anche da parte nostra, in quanto vediamo il grave rischio che un asset fondamentale dell’accoglienza e della pianificazione turistica come la spiaggia finisca in mano a soggetti finanziari che non conoscono la storia di Forte dei Marmi, attratti unicamente dall’idea di creare imprese di intrattenimento per un limitato pubblico. Frenare l’appetito dei futuri operatori finanziari ci sembra la soluzione più ragionevole per la salvaguardia degi attuali gestori dai nuovi competitor e delle tradizioni del paese".

Francesca Navari