
Feng Zhang mostra la lavagnetta con lo slogan “Forza Cina“
Viareggio, 15 febbraio 2020 - I clienti si fanno fare un selfie assieme a lui per aiutarlo (grazie alla forza dei social) a vincere la paura. Mettendo in bella mostra la frase scritta su una lavagnetta “Forza Cina” in italiano e in lingua mandarino. Ormai il loro non è solo un rapporto professionale, ma è diventato qualcosa di amichevole: l’obiettivo è abbattere i muri e la diffidenza verso gli orientali in questo inverno di Coronavirus.
Lui è il 41enne Feng Zhang, che ha aperto otto anni fa il suo negozio di parrucchiere “New Style” (per uomo, donna e bambino) in via Sant’Andrea a Viareggio. Che da quel giorno non hai mai chiuso. Altro che Coronavirus: sole, pioggia, vento, Feng è sempre stato aperto, perfino la domenica e il lunedì, i classici giorni di riposo dei parrucchieri italici. Un modello di laboriosità “Made in China”. "Ho più paura di prendere l’influenza che del Coronavirus – ci racconta Feng – perché mi sembra tutta una grande montatura mediatica, che si basa su informazioni sbagliate che viaggiano su Internet e sui mass media. La mia vita è a Viareggio, e quindi rimango qui, vado avanti, nonostante gli incassi, in questo ultimo mese, siano calati. Ora non riesco più a mandare soldi alla mia famiglia in Cina. Che sento ogni giorno, e ogni giorno mi ribadiscono che fanno una vita normale: vanno al lavoro, a fare la spesa, a passeggiare. Non sono ricco, e il lavoro mi consente, assieme a mia moglie, di mantenere nostra figlia. L’affetto dei miei clienti mi aiuta ad andare avanti, ma purtroppo tanta gente inizia a evitare noi orientali: alcuni ristoranti cinesi hanno chiuso e tanti miei connazionali sono tornati a casa. Ma non si chiama Cinavirus, si chiama Coronavirus".
Feng, dopo un incidente, convive con una malformazione ad un braccio, ma nonostante ciò lavora a ritmi da stacanovismo: taglia, fa colori e messe in pieghe dalla mattina alla sera. «E’ un dispiacere – commenta - vedere tutta questa psicosi verso di noi. Nelle scuole e nello sport le mamme discriminano i bambini, nei bar non accolgono i turisti cinesi. Anche a me è capitato: davanti al negozio ha salutato una mia cliente storica, che è scappata. Peccato, fortunatamente non tutti sono così".
Al 5 febbraio i morti di Coronavirus erano 494 (2%) contro 988 guariti (4%) su un totale di circa 24600 contagiati. Numeri ridicoli in confronto alle principali cause di morte del mondo, come le cardiopatie e gli ictus ischemici. Ma nonostante ciò sembra che anche a Viareggio, dove si contano diversi ristoranti, supermercati, bazar, parrucchieri e bar gestiti da orientali, sta nascendo un grosso guaio nella nostra piccola Chinatown.
Dario Pecchia © RIPRODUZIONE RISERVATA