È stato il "cavallo di Troia" dei viareggini che si ergeva sul canale Burlamacca, costruito nel 1869 da Pietro Bellesi come un teatro affacciato sul mare dal nome "Alhambra". È stato il palco, rinominato ad inizio ‘900 "Nuovo Politeama", che ha aperto le quinte alle compagnie di Luigi Pirandello, che proprio lì decise di fuggire in Germania con Marta Abba, di Giuseppe Giacosa, Ermete Zacconi, e la famiglia De Filippo. È diventato l’arena di comizi e conferenze politiche e sociali, da quello della classe lavoratrice viareggina contro l’arrivo dello zar di Russia a quello dell’allora futuro leader del Partito Socialista Pietro Nenni. Sopravvivendo anche all’incendio che nel 1917 lo distrusse insieme alla Passeggiata durante la Grande Guerra, e, come fenice, risorse dalle ceneri con la direzione di Enrico Pea, così come con la successiva costruzione in muratura dopo la Seconda. Attraversando la storia, e la vita dei viareggini, e portando in platea, tra le quinte e le gallerie, volti, voci e chi, quella storia, l’hanno scritta, raccontata e filmata. Dalla medaglia d’oro consegnata a Puccini alla tradizione viareggina del Festival della Canzonetta, ai grandi nomi del cinema, italiano e internazionale, come Ettore Scola, Wim Wenders, Quentin Tarantino, che hanno attraversato quella sala e le strade della città. Fino alla chiusura, nel 2018, dopo anni di gestione della famiglia Scarpellini, che ha lasciato, ad un passo dal mare, i sogni e gli amori di un’intera città.
CronacaDagli anni d’oro fino al lento declino