di Gaia Parrini
VIAREGGIO
Hanno la bici tappezzata di adesivi di strade, paesaggi, percorsi e ricordi su due ruote. Di chilometri di terra battuta, di città e paesi visitati, dalla Sicilia alla Slovenia, dalla Sardegna alla viasilente in Cilento appena conclusa, Alan e Silvia, i primi, con sottobraccio le loro biciclette, ad arrivare da Prato al raduno, di fronte alla stazione ferroviaria, della pedalata organizzata da Fiab Versilia per la tre giorni “Parole, pedali e Puccini“, in occasione del tradizionale incontro delle associazioni per la mobilità sostenibile e in onore di Giacomo Puccini nell’anniversario dei cent’anni dalla sua morte. E sono proprio i luoghi del Maestro, quelli che lo hanno accolto, accompagnato e ispirato che, ieri, i circa 30 partecipanti hanno attraversato, passando dalle strade simbolo della strage ferroviaria fino ad arrivare al Lago di Massaciuccoli, per proseguire sulla “Puccini“ fino a Lucca, accolti nelle stanze di una collezione privata di bici da lavoro d’epoca.
"Un viaggio in mezzo alla natura", come lo descrive Silvia, al rimo dei canti delle folaghe, che, soli, rompono il silenzio del lago, tra i laghi di falaschi e l’orizzonte dalla luce soffusa, delle colline di boschi e oliveti che lo circondano e abbracciano. In un autentico museo vivente, pulito, vivo, e naturale. Così come quelli che Stefania Bossi, cresciuta nel nord Italia, dove per la prima volta, da bambina, ha cominciato a pedalare, e da lì, anche dopo essersi trasferita a Castagneto Bolgheri, non ha mai smesso, ha visto e vissuto, in tutto il mondo. Dall’Armenia e Uzbekistan all’Europa, dagli Champs Elysées di Parigi, a Siviglia e Amsterdam, in luoghi dove "si respira e si cresce con la cultura della bici. Cosa che qua in Italia, ad esempio, manca. Ed è un problema anche politico e generazionale. I giovani si approcciano maggiormente all’attività ciclistica prettamente nell’ambito sportivo, ma manca l’educazione civica e sociale all’uso della bici, anche quotidianamente". Un uso che non solo promuove una mobilità dolce e sostenibile, ma anche un senso di appartenenza, amicizia e condivisione di attimi, momenti e panorami, tra quelli divenuti, ormai, tra una pedalata e l’altra e da una parte all’altra della Toscana, "gli amici di bici", che insieme portano avanti, insieme, una passione per molti di lunga data, e una visione affine, della vita, del mondo e di come le città dovrebbero e potrebbero essere, per una qualità migliore della vita, della circolazione, e dell’ambiente stesso.
"Non so camminare, ma so andare in bicicletta - racconta Dalia Gabbrielli, assistente sociale in pensione e socia di Fiab Pisa dalla sua fondazione nel 2004 - Mia mamma, quando ero piccola, mi portava in giro per Pisa solo ed esclusivamente in bici, e io così ho continuato a fare. Sono stata la prima, a lavoro, a chiedere la bici aziendale, per promuovere proprio questo tipo di mobilità e ormai da anni, con mio marito, specialmente d’estate, facciamo il cicloturismo e giriamo su due ruote. Andare in bici è poi una cosa che fa stare bene, perchè ti puoi guardare intorno, vedere cose, osservare, vivere. Ma è anche una cosa con cui non nasci, ma che si impara con il tempo, educazione e impegno".