Dal prestito alla perquisizione. Quarantenne indagato per frode: "Aveva chiesto solo un po’ di soldi"

Il finto broker ha utilizzato la sua identità digitale per raggirare altre vittime

Dal prestito alla perquisizione. Quarantenne indagato per frode: "Aveva chiesto solo un po’ di soldi"

Dal prestito alla perquisizione. Quarantenne indagato per frode: "Aveva chiesto solo un po’ di soldi"

Quando ha visto l’annuncio, pubblicato su Facebook, ha pensato “Perché no...“. Perché pur avendo un lavoro stabile, con una famiglia e i figli da crescere i soldi non bastavano più. E così, un quarantenne viareggino, ha risposto a quel broker che proponeva finanziamenti facili e a tassi agevolati.

Siamo a febbraio del 2021 e l’uomo, allora, non poteva immaginare che sarebbe stato risucchiato in un vortice paradossale. Che sarebbe rimasto vittima di una truffa, denunciata nel 2022, e che un anno dopo, nel febbraio del 2023, si sarebbe ritrovato a sua volta denunciato e poi imputato per lo stesso, identico, raggiro che aveva subito. Vittima due volte di quell’inciampo. Di quel tranello in cui è caduto, e poi sprofondato. Ma lo scorso 5 maggio ha intravisto una luce: il giudice del Tribunale di Spoleto, dov’era aperto un procedimento – e non è l’unico visto che è indagato da vari uffici giudiziari per il medesimo reato – lo ha assolto dall’accusa.

Ad assistere l’uomo in questa complessa vicenda è ancora l’avvocato Enrico Carboni, a cui il quarantenne si è rivolto quando si è visto notificare a casa un procedimento di indagine a suo carico per truffa. "Potete immaginare lo choc che ha vissuto il mio assistito – racconta il legale, raggiunto telefonicamente –, trovarsi coinvolto in episodio del quale era completamente estraneo. Vivere una perquisizione a casa, un’imputazione pesante, un processo... Una situazione che oggi, purtroppo, si rivela più frequente di quanto possiamo immaginare. Per questo è fondamentale sporgere denuncia, perché solo così – aggiunge –, grazie al supporto delle autorità, è possibile trovare la strada per risollevarsi".

Questa storia assurda, come anticipato, è cominciata nel febbraio del 2021, quando l’uomo ha risposto ad un annuncio su Facebook: un broker, poi rivelatosi fasullo, proponeva piccoli prestiti fino a 7mila euro. Proprio ciò di cui la vittima aveva bisogno per superare un momento di difficoltà. Cominciano dunque i primi contatti su Facebook, che poi si spostano su Whatsapp. Per un anno non ci saranno mai telefonate o incontri fisici, ma solo scambi di messaggi. Dai finti finanziatori vengono chiesti dati anagrafici e copie di documenti d’identità della vittima. E arrivano anche le prime piccole richieste di denaro: si comincia con 80 euro per sbloccare la pratica di finanziamento da versare su una carta ricaricabile sudamericana. Con la richiesta di soldi cominciano anche le prime perplessità dell’uomo , che viene rassicurato dall’invio di un contratto di prestito molto articolato. Le richieste di denaro, per la ragioni più svariate, si accavallano. L’uomo viene convinto anche ad aprire un conto e-commerce e, sperando di rientrare dei soldi versati, accetta tutto.

"Alla fine – prosegue l’avvocato Carboni – si troverà a versare più di quanto valeva il prestito richiesto". E il 5 settembre 2022 – dopo un anno e mezzo dal primo contatto – la vittima si decide a sporgere denuncia. Scopre infatti che le sue generalità, alcune foto della sua famiglia, sono state rubate e utilizzate da un profilo fake per promuovere le stesse proposte di finanziamento. A cui lui stesso, un anno prima, aveva abboccato. E come lui, evidentemente, in tanti. Tanto che a febbraio del 2023 viene convocato in caserma a Viareggio a seguito dell’apertura di un fascicolo a suo carico. I dati anagrafici che aveva fornito ai falsi finanziatori sono stati utilizzati per compiere la medesima truffa che lui stesso aveva subito. "Grazie all’intervento scrupoloso degli investigatori – conclude l’avvocato Carboni – è stato possibile fare una prima chiarezza su questa vicenda tormentata".

mdc