Andare al supermercato, comprare ciò che serve, magari anche uno stuzzichino, una tavoletta di cioccolata, qualche yogurt, ma anche la pasta, un bel rifornimento di affettati, qualche sugo pronto e così via. Alcuni fanno attenzione alle date di scadenza e comprano in base a ciò che serve o che sono certi di consumare; altri, invecem acquistano i prodotti senza veramente pensare se e quando metteranno in tavola quel che mettono nel carrello e quanto invece non verrà utilizzato e poi buttato via perché scaduto. È questo uno dei principali punti di partenza dello spreco: acquistare anche in eccesso o con poca attenzione e poi buttarlo.
Restringendo il campo alla nostra regione, risulta da un’elaborazione prodotta dalla Coldiretti Toscana che ogni toscano butti nella pattumiera 27 chilogrammi di cibo all’anno. È questo un dato che lascia a bocca aperta: oltre ad avere pesanti riflessi sull’ambiente e sull’economia, delude dal punto di vista etico dal momento che molte famiglie faticano a garantirsi un’alimentazione adeguata, e che circa il 13,2 per cento dei nostri coincittadini sono a rischio povertà o esclusione sociale secondo l’Istat.
Il fenomeno dello spreco nelle case incide per oltre la metà sul totale del valore del cibo gettato: è qui, infatti, che si concentra la tendenza a gettare via gli alimenti. Una cosa è scaduta, l’altra da chissà quanto è in frigo e non viene mangiata da nessuno: tutto ciò porta al triste fenomeno, sbagliato sotto ogni punto di vista. Nelle abitazioni private si butta mediamente circa l’11 per cento del cibo acquistato, mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5 per cento e il 2 per cento, secondo l’analisi della Coldiretti elaborata sui dati raccolti dall’Onu.
Tutto ciò ha, sempre secondo Coldiretti, effetti dirompenti sull’economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale: non è solo il brutto gesto a livello etico di gettare via ciò che per molti è una fatica avere (o che proprio non riescono ad avere, se non in piccolissime quantità), ma comporta anche un impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Si stima infatti che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino fra l’8 e il 10 per cento del totale del gas serra.
Proprio per questa serie di effetti che comporta lo spreco, Coldiretti è impegnata in un’opera di sensibilizzazione dei consumatori attraverso il progetto dei mercati di "Campagna Amica" per il contenimento degli sprechi con la più grande rete di fattorie e farmers’market destinati a sostenere le realtà locali, ridurre l’impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantire alle famiglie prodotti più freschi che durano di più.
Ma quali sono le strategie da poter utilizzare e che sono adottate dai toscani secondo Coldiretti Toscana? Cucinare gli avanzi e non gettarli perché non sono stati mangiati durante il pasto, farsi incartare il cibo rimasto nelle sempre più richieste doggy bag dopo una cena o un pranzo al ristorante, il pranzo al sacco, gli orti sul balcone, una lista della spesa giusta ed equilibrata dove ciò che finisce nel carrello corrisponde a ciò che veramente verrà consumato, lo sguardo attento alla data di scadenza sui prodotti e il boom della spesa nei mercati contadini a chilomento zero.