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Dario Ferrari L’attentato al Carnevale E l’approdo a Sellerio

Lo scrittore viareggino ai vertici delle classifiche con "La ricreazione è finita" "Grazie all’amico Marco Malvaldi sono arrivato alla casa editrice siciliana".

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Dario Ferrari, 41enne viareggino professore di Filosofia in un liceo romano, è il fresco vincitore del premio Flaiano sezione Narrativa categoria Over 35. Premio che a Pescara ha celebrato la sua 50^ edizione. Partito dalla Mondadori, Ferrari pubblica attualmente per Sellerio ed è considerato una delle penne più argute del panorama nazionale. Dopo il buonissimo inizio con il giallo ‘La quarta versione di Giuda’, è arrivato l’exploit, con ‘La ricreazione è finita’.

Dario innanzitutto complimenti. Se lo aspettava un riconoscimento del genere?

"No, onestamente non me lo aspettavo. Voglio ringraziare tutta Sellerio e Marco Malvaldi (giallista autore della serie del BarLume), senza l’intercessione del quale non sarei approdato in blu".

Una passione, la sua, per la scrittura nata nel tempo.

"Da 10 anni collaboro con Mondadori, facendo per loro il traduttore. Da lì mi sono lanciato per scrivere qualcosa di mio".

Dopo un giallo, si è cimentato su un romanzo di formazione di ambientazione universitaria Insomma le piace svariare.

"Esattamente. Ho bisogno di avere una storia che senta mia. Non seguo un filone preciso".

I critici dicono che ‘La ricreazione è finita’ diverrà un must per i trentenni che vogliono capire loro stessi, mentre i più adulti ci troveranno il motivo per cui l’Italia è sprofondata in un oceano di mancanza di partecipazione. Di cosa parla il libro, esattamente.

"Non voglio prendermi tutte queste responsabilità – scherza –. Racconto le storie di due uomini. Uno è il 30enne Marcello Gori, laureando in lettere e che vince, più per gioco che per ambizione, un dottorato. Il professore così gli dà il compito di occuparsi di tale Tito Sella, un militante degli anni 70 che, mentre sconta l’ergastolo per un omicidio politico, diventa scrittore. L’altro è proprio il Sella, ex componente della Brigata Ravachiol. I due non si incontrano, ma Gori, studiando le opere e la biografia di Sella, comincia a identificarsi in lui e grazie a lui a conoscersi meglio".

Fra l’altro da viareggino, ha voluto far partire la storia proprio da Viareggio.

"Certo. Viareggio è casa mia e nel libro racconto di episodi che immagino possano essere avvenuti in città, come un attentato al Carnevale del 1977".

Ma alla fine quale è il vero significato del libro?

"Non so se c’è un significato preciso. È la storia di rivoluzioni tentate e di rivoluzioni fallite, se non impossibili. È una storia che parla di giovinezza e della difficoltà nel capire chi si è".

Ultima domanda. Idee per un prossimo libro?

"È troppo presto. Riparliamone a settembre".

Sergio Iacopetti