Viareggio, 14 luglio 2018 - Una serie di investimenti in diamanti proposti da vari istituti di credito sono finiti al centro di un’inchiesta della Procura di Lucca, dopo le denunce per truffa presentate da alcuni risparmiatori attraverso i rispettivi legali. Nel mirino i contratti fatti sottoscrivere dalle banche per investire somme dai 5mila fino ai 50mila euro in diamanti, proposti come «più sicuri dell’oro». Peccato che nelle loro denunce i clienti, alcuni dei quali versiliesi, abbiano evidenziato perdite anche del 70% del valore nominale e la sostanziale impossibilità di rivendere a cifre accettabili quelle pietre preziose.
Le denunce arrivano da più parti e da clienti di varie banche. E ora si muove la guardia di finanza. In comune c’è il tipo di investimento, rivelatosi ad altissimo rischio e anche notevolmente aleatorio. In particolare perché il valore stesso dei diamanti è certificato dalla società promotrice, accusata ora di aver gonfiato il valore. Le banche, che figurano come intermediari e hanno incassato laute provvigioni, non avrebbero informato adeguatamente gli investitori, spingendoli anzi a fidarsi del valore delle pietre preziose come bene rifugio «destinato a crescere nel tempo».
Tra i vari casi al vaglio della Procura, quello dei figli di un’anziana che alla morte della madre pensavano di ereditarne i risparmi. Invece hanno scoperto che i suoi 50mila euro depositati in banca erano stati investiti in un diamante da un carato, che un gemmologo di fiducia, sucecssivamente contatatto, ha poi stimato in appena 5mila euro. Una beffa che li ha spinti a denunciare la banca per truffa. Nei guai potrebbero finire anche gli stessi funzionari che hanno fatto sottoscrivere i documenti, per violazione delle norme che impongono di comunicare al cliente i rischi reali di un investimento e di valutare la competenza specifica dei clienti stessi in ambito finanziario.
Un’inchiesta che è solo agli inizi, si muove sullo sfondo di un’indagine nazionale partita dalla Procura di Milano per truffa aggravata, anche in seguito alla trasmissione Report di RaiTre e alle multe milionarie inflitte dall’antitrust alle banche stesse.
Paolo Pacini