MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Diego e la combriccola. Un raccolto fortunato nell’annata eccezionale

Il racconto di Costabile, fungaiolo da due generazioni

Il viareggino Diego Costabile insieme al padre. Una passione che unisce la famiglia:. tutti fungaioli da almeno due generazioni

Il viareggino Diego Costabile insieme al padre. Una passione che unisce la famiglia:. tutti fungaioli da almeno due generazioni

Potete chiedergli tutto, ma non “dove?“. Perché, come tutti i fungaioli, rimarrà sul vago: "Ci spostiamo per la Garfagnana..." risponde, senza dare coordinate di un itinerario preciso. Quello, il “dove“, resta infatti un segreto della “Combriccola del fungo“: così si chiama il gruppo di amici con cui Diego Costabile - noto dj della Versilia, nato 36 anni fa sul mare di Viareggio e che la passione per la montagna ha spinto a vivere sulle colline di Camaiore – condivide la caccia al tesoro autunnale. Ai tanto sospirati porcini, i boletus, detti comunemente morecci, boletus edulis, perché di cappello più scuro, tendente al marrone con venature rossicce.

Ricerca che inizia ad ore antelucane, con levatacce alle prime luci dell’alba, "sveglia alle 5 del mattino, quando fuori è ancora buio", per arrivare sui terreni di raccolta "prima di tutti gli altri" ovviamente. Così gli hanno insegnato nonno Sabato e papà Domenico, che Diego ha seguito lungo i sentieri dei boschi sin da quando era un bambino, alto un po’ più di un fungo. E da loro ha imparato anche a riconoscere quelli buoni, a captarne le tracce nella coltre spessa di fogliame, a capire dalle condizioni meteo, studiandole con almeno dieci giorni d’anticipo... Insomma a prevedere se tanta fatica – tra la sveglia presto, quando il giorno non è ancora nato, e le scarpinate dove non batte mai il sole, con un panino nello zaino – alla fine sarà ripagata.

La fatica della “Combriccola del fungo“, in un quest’ultimo venerdì, il primo di ottobre, è stata abbondantemente ripagata. Con cassette colme di porcini spartiti equamente tra il gruppo. Poi, a cascata, tra amici e parenti. "Perché, come si dice, la felicità, quando è condivisa, si moltiplica". "E onestamente una stagione così generosa – racconta ancora Costabile –, in tanti anni passati nei boschi non la ricordo". Complice la pioggerellina sottile che ha bagnato il sottobosco senza annaffiarlo, innescando le spore dormienti, qualche improvvisa giornata calda, e un vento delicato: "Si sono prodotte le condizioni perfette: stanno nascendo funghi da tutte le parti. Ho fatto tanta strada per trovarli, e al mio vicino – prosegue Diego – i porcini sono addirittura nati nel giardino di casa, accanto ad castagno".

Ma l’andare per funghi "è già di per sé una magia", anche quando il bottino è magro. "Perché – prosegue Diego – c’è tutto uno studio, c’è la ricerca della zona giusta, e poi c’è la meraviglia del bosco con tutta la sua fantasia di umori e rumori". Dove ci si muove, "mai da soli" e in rigoroso silenzio, con un cestino in una mano e nell’altra un bastone per scostare il fogliame che scricchiola sotto le suole degli scarponi. Come le travi di un vecchio pavimento in legno.

Accompagnati dal fruscio dei rami, dal ronzio degli insetti, dal cinguettio degli uccelli e di altri animali che si sentono ma non si vedono. Musica per le orecchie di Diego, che di musica, anche per professione, se ne intende.

Sì, ma i funghi? Come si trovano? "Possono essere ovunque – dice Diego –: vicino al muschio, nei calci dei castagni, alti sui faggi, vicino ai mirtilli... A volte basta un po’ di fortuna per trovarli, ma solo con l’esperienza, però, si impara a guardare nella direzione giusta". Lo sguardo di Diego lo ha condotto verso un porcino di ottocento grammi scarsi, "Forse il più grande che io abbia mai trovato". È finito dritto in un risotto, "il mio piatto forte". Di cui Costabile non nasconde il segreto: "Perché venga buono serve una tostatura perfetta e un fungo saporito. Meglio dunque se nato alla base di un castagno. Quelli – conclude – sono i migliori".