Avrebbe sperato, forse, in un’uscita di scena in sordina. Ma la dimissioni di Stefano Pozzoli dal cda del Pucciniano, presieduto ora da Fabrizio Miracolo, hanno rimbombato più dell’annuncio del mandarino, al “Popolo di Pechino“, in Turandot. E allora Pozzoli ha deciso di rompere il silenzio, perché "Credo che – dice –, visto che è uscita la notizia, sia giusto spiegare il motivo delle mie repentine ma ponderate dimissioni". Arrivate, in ordine temporale, dopo l’incarico di Angelo Taddeo alla direzione artistica del Festival (a proposito del quale il capogruppo della Lega Alessandro Santini aspetta ancora i verbali della riunione). Piano piano Pozzoli entra nel cuore della questione, ricordando di aver fatto parte del Cda "per 5 anni. Anche in una fase complessa, qual è stato il periodo del Covid, fino alla stagione, di grande soddisfazione, del Centenario". Condotta dal direttore artistico Pier Luigi Pizzi, che ha riportato Puccini sul piedistallo e offerto la sua arte, frutto di un carriera infinita, al servizio dell’opera del maestro. Potrebbe sembrare una banalità, ma è in realtà la straordinaria grandezza di chi non ha bisogno di fare ombra intorno a sé per brillare. Ma tornando alla nuova stagione del Festival, "Oggi – prosegue Pozzoli – è cambiata la Presidenza, e penso che si venuto il momento di dare un nuovo impulso e di avere un consiglio fresco e coeso. Ed io – dice – non faccio parte di questa nuova stagione, per semplice evidenza". "Rinnovo la mia stima ed amicizia al sindaco Giorgio Del Ghingaro e – conclude – faccio un in bocca al lupo al presidente Miracolo, a cui mi lega simpatia ed un antico legame di fraternità. Augurando alla Fondazione un 71esimo Festival di straordinaio successo".
mdc