Da una parte le 32 vittime del disastro ferroviario di Viareggio. Dall’altra i 13 imputati già condannati in quattro gradi di giudizio. Nel mezzo i giudici della Corte di Cassazione chiamati a scrivere (si comincia domani) la parola fine su una delle vicende processuali più lunghe e dolorose della storia d’Italia.
Oppure... Oppure, quella parola fine non verrà forse mai scritta. E in tal senso l’ansia, o meglio la paura, dei familiari delle vittime che tutto si risolva a tarallucci e vino è palpabile. I ricorsi presentati dagli avvocati degli imputati, a cominciare da Moretti ed Elia, gli ex amministratori di Rfi e Fs, puntano a far mandare gli atti del processo alla Corte Costituzionale per presunte irregolarità formali durante i quattro gradi di giudizio. Significherebbe – venisse accolta la loro richiesta – ricominciare tutto da capo. E quindi significherebbe far cadere in prescrizione anche l’ultimo reato rimasto in capo agli imputati, vale a dire il disastro ferroviario colposo che ha una scadenza ventennale. Ma quello che sembrava all’inizio molto lontano, ora, che sono passati più di 14 anni, si sta velocemente avvicinando.
Timori legittimi? Nessuno può dirlo. La procura e gli avvocati di parte civile restano fermi sulle loro posizioni, forti dei giudizi di merito espressi dal primo grado e dai due Appelli. "Il nodo cruciale – spiega l’avvocato Gabriele Dalle Luche che coordina il pool di legali di parte civile – riguarda il concetto di giudicato progressivo".
Che cosa significa?
"Significa che la Corte d’Appello, in sentenza, ha recepito quanto stabilito la prima volta dalla Cassazione per Moretti e gli altri imputati".
Vale a dire?
"Vale a dire che gli imputati, Moretti ed Elia compresi, sono stati condannati in via definitiva. Punto. In Appello siamo tornati solo per riqualificare le pene alla luce della sopraggiunta prescrizione dell’omicidio colposo, una volta caduta l’aggravante dell’incidente sul lavoro. Nel caso di Moretti abbiamo ridiscusso nel merito solo il profilo di colpa che riguardava il mancato adeguamento della velocità. E per quel profilo di responsabilità è stato assolto. Ma per l’altro profilo, quello della tracciabilità, la Cassazione lo ha ritenuto colpevole".
Questo che cosa significa?
"Che per quanto ci riguarda la prima sentenza di Cassazione era già definitiva, anche se le condanne non potevano considerarsi passate in giudicato, Ecco che si parla appunto di giudicato progressivo".
E invece per le difese degli imputati l’interpretazione è diversa. E nei ricorsi presentati chiedono il rinvio degli atti alla Corte Costituzionale...
"Loro evidenziano alcune incongruenze come il mancato rispetto del principio di uguaglianza con riferimento ai disastri aerei e navali. E inoltre sottolineano l’anomalia dei periodi più lunghi di prescrizione del reato colposo rispetto a quello doloso. ma credo che siano tutte questioni che riguardano più il legislatore che non un giudice che deve applicare le leggi"
Si comincia domani in Cassazione a Roma. Già fissate le udienze di mercoledì 13 dicembre e lunedì 18 dicembre. Se non andasse a sentenza, prevista anche una quarta udienza il 15 gennaio Domattina i familiari delle vittime dopo aver fatto un presidio no stop di 32 ore davanti al Palazzo di Giustizia di Firenze, daranno vita a un altro presidio a Roma davanti al Palazzaccio.
Paolo Di Grazia