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Donna stereotipata e omologata. Ecco il carro "Come tu mi vuoi" realizzato dalla famiglia Cinquini

Una ficcante denuncia di costume, e al tempo stesso un appello al mondo femminile. Il tutto rappresentato da una sorta di bambolina, che cambia aspetto a seconda dei filtri e di ciò che i social richiedono.

La famiglia Cinquini: da sinistra Stefano, Jacopo, Michele e Umberto

La famiglia Cinquini: da sinistra Stefano, Jacopo, Michele e Umberto

Una donna priva di una vera identità, stereotipata e omologata. Una ficcante denuncia di costume, e al tempo stesso un appello al mondo femminile: "Sveglia è l’ora di ripudiare questa immagine svilente, che voi stesse vi siete create". Umberto, Stefano, Michele e Jacopo Cinquini presentano ‘Come tu mi vuoi’ la loro Prima categoria. Una costruzione per Michele, che materialmente l’ha costruita, mentre Stefano ne cura la carpenteria, Jacopo ne è il jolly, Umberto l’ispiratore e competente per l’aspetto artistico, nata a quattro mani con il padre Umberto: "Già da tempo mi frullava nella testa l’idea di fare un qualcosa di diverso dal solito. Mi affascinava il pensiero, ardito, di presentare qualcosa di scomponibile, con delle mani pronte a ricomporre, e modificare, tutto. Così con papà è nato il progetto di fare una sorta di bambolina che cambia aspetto a seconda dei filtri e di ciò che i social richiedono".

Una struttura innovativa, perché il carro cambierà aspetto continuamente. "Sicuramente – gli fa eco Umberto – il progetto più ardito che mai abbiamo pensato finora, anche più de ‘La teoria del caos’ che, con tutti i pannelli ed i led, era già complesso. La figura femminile, una sorta di bambola, cambierà testa, vestito e posizione in continuazione. Tutto dovrà avere un sincronismo giusto per dare l’idea di un vero cantiere in esecuzione".

Un progetto, sicuramente, molto interessante. "La figura femminile, che domina la costruzione – dettaglia nuovamente Michele – avrà a sua disposizione tre diverse acconciature e tre diversi abiti da indossare. Si muoverà su un apposito binario, con 5 grandi telefoni ad immortalarla in ripetuti flash da condividere sui social. A curarne l’aspetto, dei figuranti Umpa Lumpa veri operai vestiti con salopette argentate e che la vestiranno in modo succinto e sensuale. Dietro, su dei tralicci, delle grandi mani che ne cambieranno la testa e sullo sfondo la cassettiera con trucchi, forbici e tutto il necessario per un bell’aspetto".

Il volto della bambola varierà, quindi, ma non sarà la riproduzione di un personaggio conosciuto. Voi, comunque, vi siete ispirati a qualcuno di preciso? "È facile – spiega Michele – a pensare a chi può averci ispirato. Ci sono figure che hanno fatto del loro aspetto fisico, oltre che della loro presenza sui social, una ragione di vita e, soprattutto, di lavoro. La nostra vuole essere una denuncia rivolta a tutte coloro che pur di apparire, e di farlo seguendo certi dettami estetici, finiscono per sminuirsi. Mi verrebbe da pensare a Kim Kardashan, a Chiara Ferragni, a Diletta Leotta, ma loro sono solo la punta dell’iceberg. L’omologazione è divenuta, quasi, la regola".

I figuranti da cosa saranno vestiti? "Da algoritmi in tuta grigia e cervelli in movimento, del resto la nostra stessa vita, ormai, è decisa da algoritmi e condizionata da cellulari e social. Saranno 160, si animeranno su un meedley musicale con canzoni di Mina, ‘Come tu mi vuoi’ dà proprio il titolo al carro, Spice Girl e Bjork. La coreografia sarà curata da Massimiliano Marchetti e Valeria Sannino, mentre alla consolle ci sarà la nostra Paola Vannozzi". Aiutanti dei Cinquini sono: Andrea Belletti, Roberta Barani, Simone Zingaretti, Massimo Bonuccelli e Paola Pardini. Sergio Iacopetti