MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Dove c’era una volta la lippa. Ora invece si gioca a cricket

Cambiano gli usi e le generazioni, ma il Piazzone è ancora il luogo delle “teppe“. Dall’invasione di bimbi per Halloween e quelle sfide tra squadre del Bangladesh.

Dove c’era una volta la lippa. Ora invece si gioca a cricket

Due squadre senza divise ufficiali e pubblico si sfidano a cricket tra le logge

C’era una volta la lippa. C’erano la campana, il cavallo miccio maccio e il pallone. C’erano le “teppe“, coi pantaloni corti e le ginocchia sbucciate, che inseguivano gli acquiloni sull’erba del Piazzone. C’era un città che cresceva con giochi fatti di niente; e invecchiava sul “soglioro“, a chiacchiera su sedie di paglia intrecciata.

A quel passato, ma non così tanto da non essere guardato con malinconia, è venuto immediato ripensare vedendo tutti quei bambini e le bambine che, all’imbrunire del giorno di Halloween, hanno riconquistato lo spazio delle “teppe“. E, come quei “bamboretti“ di cent’anni fa, rincorrersi tra le logge, che aspettano di rinascere; infilarsi nei negozi per la razzia di “dolcetti o scherzetti“; inseguire fantasmi come acquiloni, sotto l’occhio dei genitori, e dei nonni, seduti ancora sulla soglia. Come i genitori di un secolo fa.

Ormai il mondo viaggia e si mescola, insieme ai suoi costumi. E, alla fine, chi se ne importa se serve una tradizione di importazione, tutta americana, per far vivere le piazza e il Piazzone. L’importante è che viva di vita nuova. Come ai tempi del pallone, quando bastava il tronco di due platani per delimitare le porte e per improvvisare una partita. E mentre oggi i nostri figli frequentano le scuole calcio, c’è chi ha preso il posto di quei ragazzi che per strada sognavano “Platini” o “Maradona”. E al Piazzone si gioca al più sconosciuto dei giochi per noi italiani: due squadre improvvisate, senza divise ufficiali e pubblico, si sfidano a cricket. I giocatori sono tutti migranti del Bangladesh, impiegati nel commercio e nella ristorazione, che al tramonto si radunano per onorare il loro sport nazionale. E quel modo di vivere la piazza, come ai tempi della lippa, che evoca infinita nostalgia.