DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

È morta Milena Bernabò. Superstite di Sant’Anna. Mise in salvo tre bambini

Aveva 96 anni ed era l’ultima delle tre donne insignite della medaglia d’oro. Il 12 agosto 1944 scampò alla strage rifugiandosi in una stalla alla Vaccareccia. Ha vissuto con schegge di pallottole in una gamba e con la mano lacerata.

Milena Bernabò aveva 16 anni quando. salvò tre bambini dentro una stalla

Milena Bernabò aveva 16 anni quando. salvò tre bambini dentro una stalla

Aveva solo 16 anni quando gli eventi della Storia la catapultarono in un orrore immensamente più grande di lei. Eppure, nonostante quel maledetto 12 agosto 1944 avesse assistito all’esecuzione della sorella maggiore, falciata dal mitra di un soldato tedesco durante l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, con un atto di eroismo riuscì a mettere in salvo tre bambini scappando all’interno di una stalla. Un esempio per tutta la Versilia quello di Milena Bernabò, che era l’ultima delle tre donne insignite della medaglia d’oro al merito civile. La donna, originaria di Sant’Anna, si è spenta serenamente, nel sonno, sabato notte nella sua casa di via Ombrone, a Pietrasanta in località Baccatoio, dov’è stata allestita la camera ardente. Un addio silenzioso dopo una vita segnata dal frastuono di quei mitra portatori di morte. Un ricordo che l’ha accompagnata per sempre insieme al desiderio di far sapere ai giovani cos’è stato capace di fare l’uomo.

Il cerchio di questa vita dai mille aneddoti e dai mille sacrifici si chiuderà domani, quando le spoglie di Milena riposeranno per sempre nella sua Sant’Anna al termine dei funerali fissati alle 10,30. Il borgo-martire potrà così di nuovo riabbracciare chi ha rischiato la vita per salvare il prossimo. Milena abitava all’Argentiera, località di Sant’Anna. Il giorno della strage i tedeschi la portarono alla Vaccareccia insieme alla sorella Iole, di 18 anni, e altra gente rastrellata lungo il percorso. Purtroppo, alla vista di un mitra, Iole scappò ma fece pochi metri. Fu uccisa all’istante, davanti a Milena. Poi, una volta sistemati i civili dentro la stalla, i tedeschi appiccarono il fuoco e spararono all’impazzata. Milena, seppur raggiunta da schegge di pallottole a una gamba – ci ha sempre convissuto insieme a una mano lacerata – riuscì a proteggersi facendosi scudo con i corpi di alcune vittime. "Ci raccontava di aver sentito dei bimbi che chiedevano aiuto – racconta la nipote Manuela Bottari – gettandosi subito in loro aiuto. Si chiamavano Lina, Mario e Mauro. Prese una tavola di legno, crollata dal solaio a causa delle fiamme, e la appoggiò al muro per potersi arrampicare salendo al primo piano. Tirò su quei bimbi uno ad uno, più un altro, Enio, che si era messo in salvo da solo. Poi uscirono e andarono al forno a legna, nascondendosi dietro la cappa finché non regnò il silenzio: capirono di essere salvi". La mamma di Milena, Maria Mancini, si salvò all’Argentiera in mezzo ai campi e morì anche lei a 96 anni come la figlia.

La vita di Milena è proseguita insieme al marito Giuseppe Bottari, anche lui di Sant’Anna, il quale scampò alla strage in quanto spedito in trincea all’estero (come Ernesto, uno dei fratelli di Milena). Oltre a Iole ed Ernesto, Milena aveva un’altra sorella, Severina, spazzata via il giorno della strage dai mitra tedeschi insieme ai suoi due poveri figlioletti Enzo e Verio, uno dei quali bruciato vivo in culla. Milena, che lascia i quattro figli Ivo, Iole, Elisabetta e Gabriele, più una decina tra nipoti e pronipoti, andò a vivere col marito a Tonfano per poi spostarsi al Baccatoio. Una vita da casalinga e allo stesso tempo da testimone oculare di un orrore che raccontava quando ne aveva l’occasione. Non a caso fu scelta dal fotografo Oliviero Toscani per il volume dedicato ai volti di Sant’Anna, senza contare le interviste e i documentari, anche sulla Rai. Il suo eroismo è stato immortalato anche dall’artista Carlo Carli nel trittico collocato in via Martiri di Sant’Anna, accanto all’ex ospedale "Lucchesi" di Pietrasanta, con Milena raffigurata con le altre due donne insignite della medaglia d’oro, ossia Genny Bibolotti Marsili e Cesira Pardini (scomparsa nel 2022).

Daniele Masseglia