REDAZIONE VIAREGGIO

E’ morto in Svizzera l’imprenditore Gerardo 'Mobili'

Il vero nome era Fausto Mannozzi, ed era nato a Viareggio. A Sarzana aveva un impero

Fausto Mannozzi di Gerardo Mobili

Viareggio, 4 aprile 2018 - Gerardo Mobili ha lasciato la vita in punta di piedi: al secolo Fausto Mannozzi, 78 anni, era un imprenditore conosciutissimo. Sarzanese, ma nato a Viareggio. Un’uscita di scena che doveva restare segreta: così aveva deciso quando si è ammalato. Intorno alla sua morte, che risale a quasi 20 giorni fa, si è creata una protettiva cortina di silenzio, sia da parte della famiglia, della figlia Lucia e del genero Renzo, degli amici più stretti ma anche dei suoi tanti dipendenti. La sua scomparsa risale al 15 marzo, a Pfaffikon in Svizzera, un centro dove ci sono cliniche di alto livello ma anche un settore riservato a chi ha deciso di affrontare la dolce morte.

La notizia della sua scomparsa alla fine però non ha più potuto restare segreta, si è diffusa velocemente ieri e ha invaso i social dove sono state tantissime attestazioni di stima e di affetto. I cartelloni pubblicitari con il suo volto e la scritta Gerardo, il nome del padre, da decenni sono diventati un simbolo del commercio, hanno invaso le strade di tutta la provincia, un modo innovativo di fare pubblicità che ha dato i suoi frutti. La stessa fotografia, da sempre, nessun’altra indicazione. Raccontano che una delegazione straniera si meravigliò molto quando si trovò davanti il sindaco dell’epoca: credeva che il primo cittadino fosse ‘Gerardo’ di cui non aveva potuto non notare le gigantografie prima di arrivare in municipio. 

La sua grande intuizione è arrivata quasi 50 anni fa, all’inizio degli anni ’70 quando aprì il primo grande magazzino: la ‘Stalla Toscana’. Molti i posti di lavoro che creò anche con l’apertura successiva di ‘Gerardo Mobili’ e i magazzini nella zona dell’ex Saudino diventata a Sarzana, ormai ‘Area Gerardo’. Era un vero e proprio vulcano dell’imprenditoria e i suoi occhi si rivolsero poi ai ‘Bozi' che acquistò dagli eredi di Saudino assieme ad un altro grande imprenditore sarzanese Tito Bigagli, e nacque la società Bi.Ma. Aveva in mente due progetti importanti la nuova società: aprire un centro medico e costruire un parco giochi sullo stile di Gardaland. Non riuscì in entrambi anche per le tante opposizioni avute da parte della politica. Riuscì però e ne era orgoglioso a riqualificare la zona 'Bozi'. Nell’ultimo periodo della sua vita nonostante le sofferenze per la grave malattia che l’aveva colpito non si è mai rassegnato ha continuato a lottare con grande forza e soprattuto con la sua immensa dignità. Finchè ha potuto ha lavorato arrivando puntuale in ufficio poco dopo le 7 del mattino.