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"È uno dei comparti più deboli E il lavoro grigio ci preoccupa"

L’analisi del segretario provinciale della Filcams-Cgil Massimo Lucchesi

Tra i 61 e i 115 euro al mese. A tanto ammonta la cifra che darà una boccata d’ossigeno a colf, badanti e baby sitter alle prese con l’inflazione galoppante. Un comparto non semplice, quello del lavoro domestico, di cui parliamo con il segretario provinciale della Filcams Cgil Massimo Lucchesi (nella foto).

Lucchesi, intanto qual è lo ’stato di salute’ del settore? È un comparto limpido o un terreno fertile per lavoro nero o grigio?

"In base a quel che possiamo riscontrare noi, è un settore che può avere problemi di questo tipo. Non tanto per il lavoro nero, che è una componente minoritaria, quanto per il cosiddetto grigio: e quindi abbiamo casi di differenze retributive rispetto alle mansioni svolte o agli orari effettivi. Per quanto riguarda il ruolo di badante, una delle diatribe più frequenti è relativa all’autosufficienza o meno del paziente, perché in quel caso scatta una differenza nell’inquadramento del livello. Soprattutto tra le lavoratrici conviventi, è difficile che proliferi il nero, che magari si attiva più su persone che lavorano un minimo di ore".

Come valuta il provvedimento?

"Dal punto di vista di lavoratori e lavoratrici, è chiaro che è un po’ border line, perché si parla di famiglie e lavoratori in senso trasversale: per quel che ci riguarda, la previsione contrattuale per il lavoro domestico è quella a cui ambiremmo anche in altri settori, dove invece tutto tace. Negli ultimi anni ci sono state delle difficoltà a rinnovare i contratti nazionali alle scadenze previste, e questo ha determinato delle difficoltà nel muovere le retribuzioni. Quello del lavoro domestico è uno dei contratti più poveri e più deboli, e il fatto che ogni anno venga rivisto è una sorta di tutela che permette di adeguare le retribuzioni al rincaro della vita".

E il peso sulle famiglie?

"È inevitabile, ma ricordiamo che le paghe orarie sono basse e quindi senza un minimo di adeguamento gli impiegati del settore rischiano di annaspare. Lo scatto delle paghe è una sorta di scala mobile che dà un sostegno fondamentale in un momento in cui l’inflazione è schizzata fino all’11,5 per cento. È chiaro che un provvedimento di questo tipo comporta dei costi per tutta quell’ampia fetta di lavoratori che invece sono rimasti fermi al palo, ma l’auspicio dovrebbe essere di intervenire anche su di loro".

DanMan