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"Ecco come scampai all’eccidio". Enio Mancini commuove i giovani

Ottanta studenti del liceo “Russoli“ di Pisa hanno incontrato a Valdicastello il superstite della strage

Ha raccontato le vicende di quel maledetto 12 agosto ’44 tenendo incollati alla sedia 80 studenti venuti da Pisa per ascoltare la sua testimonianza di superstite dell’eccidio nazifascista. Facendo vibrare tutti quando si è soffermato sulla propria esperienza. Enio Mancini aveva 6 anni quando fu rastrellato a Sant’Anna di Stazzema e messo al muro con la sua famiglia per essere fucilato. Ma il destino cambiò fortunatamente rotta e un ufficiale nazista ordinò che fossero tutti portati a Valdicastello. Poi l’unico soldato che doveva condurli giù a valle ebbe un moto di pietà e sparò in aria dicendo loro di scappare. Mancini, oggi 85enne, ha ricordato quei momenti indelebili con le lacrime agli occhi e commuovendo tutti durante il toccante incontro che si è tenuto mercoledì al Cro di Valdicastello alla presenza di 80 studenti del liceo artistico “Russoli“ di Pisa e Cascina, accompagnati da alcuni docenti.

L’obiettivo della visita era infatti quello di mettere i ragazzi a confronti con la memoria e con l’importanza di ricordare quanto avvenuto a distanza di 79 anni. Tanti i temi toccati durante il faccia a faccia al Cro con Mancini: come si può pianificare un eccidio, come hanno potuto metterlo in pratica dei giovani soldati e come si può tornare a vivere dopo una simile tragedia. Per gli studenti è stata l’occasione di ripercorrere i passi di chi quella strage ha commesso e di chi cercava disperatamente di mettersi in salvo. Mancini, con una lunga e lucida testimonianza, ha ricordato la vita povera ma felice prima di quel 12 agosto, il contesto storico nazionale e locale, nonché quello familiare, i giochi dei bambini in quella piccola frazione di montagna, fino alle violenze di fascisti e nazisti. Innumerevoli le domande dei ragazzi, seguite da abbracci, strette di mano, con tanto di ritratto del “giovane Enio” realizzato da uno studente di quinta. Accompagnati da una guida Cai e da Rodolfo Bertozzi dell’Arci di Valdicastello, studenti e docenti si sono poi incamminati lungo il sentiero n° 4 che da Valdicastello porta a Sant’Anna di Stazzema. Scoprendo altre tre lapidi a ricordo di altrettante violenze nazifasciste, vedi i 14 civili uccisi a Valdicastello sul greto del torrente in località Molino Rosso. Fino all’arrivo al Museo della Pace, l’incontro nella chiesa del paese con Graziano Lazzeri, dell’associazione Martiri di Sant’Anna, e la salita all’Ossario.

Daniele Masseglia