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Educare all’affettività: "Un impegno da iniziare sin dalla prima infanzia"

L’intervento dell’assessora regionale Nardini al convegno delle “Donne Dem“ "Tutti insieme nella lotta contro gli stereotipi di genere e il linguaggio sessista" .

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"Educazione all’affettività e alle differenze: partire dai servizi educativi 0-3 anni per agire sulle nuove generazioni e promuovere un cambiamento culturale". Lo sostiene l’assessora all’istruzione della Regione Toscana, Alessandra Nardini, intervenuta pochi giorni fa al convegno promosso dal Pd Versilia e dalla Conferenza Donne Democratiche alla Croce Verde di Viareggio.

Un tema quello dell’educazione all’affettività divenuto di stringente attualità dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa veneta massacrata, alla vigilia della sua laurea in ingegneria, dal ragazzo che non si rassegnava alla fine della loro relazione. La giovane età dei protagonisti, come anche nella drammatica vicenda di Giulia Tramontano uccisa, insieme al piccolo che aveva in grembo, dal compagno Alessandro Impagnatiello, lascia sgomenti e pone interrogativi sulla capacità delle nuove generazioni di vivere l’affettività.

Al convegno promosso dalla Conferenza Donne Democratiche sono intervenuti lo psicologo Jacopo Bertacchi, Silvia Gori, dirigente del liceo scientifico “Barsanti e Matteucci”, Giovanni Cherubini, psicologo che lavora al consultorio dell’Asl, e appunto, l’assessora all’istruzione della Toscana, Alessandra Nardini. Ha introdotto il tema Patrizia Vagli, responsabile del settore istruzione della segreteria del Pd Versilia, mentre Chiara Sacchetti, portavoce della Conferenza donne democratiche della Versilia, ha condotto il dibattito. Dopo i saluti del segretario territoriale, Riccardo Brocchini, gli esperti hanno raccontato il lavoro che già viene svolto nelle scuole nelle direzione della presa di consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, in rapporto all’altro. "A differenza di quanto suggerito dal ministro Valditara di far partire una educazione alle relazioni dalle scuole medie superiori", Nardini ha sostenuto che essendo "il patriarcato ancora alla base dei comportamenti violenti degli uomini contro le donne, l’educazione deve cominciare fin dall’asilo nido, per proseguire poi nei vari gradi di scuola, dove si educa all’affettività e alle differenze anche partendo dalla lotta contro gli stereotipi di genere o contro il linguaggio sessista".

L’assessora ha anche ricordato che la Regione ha rifinanziato la legge 16 del 2009, permettendo di svolgere 300 percorsi nelle scuole regionali, dove si affronta il tema del bilancio dei generi, delle materie Stem per le ragazze e di formazione per le donne. Vengono anche sostenuti i Centri antiviolenza e il Codice Rosa, utilizzando il fondo sociale europeo per percorsi di formazione e tirocinii retribuiti per donne che escono da una situazione di violenza. 890 persone in ambito scolastico hanno aderito ai percorsi di formazione promossi dall’Indire sull’inclusione e il contrasto agli

stereotipi di genere. La Regione si è impegnata anche per il futuro in questa direzione, con bandi che partiranno a settembre prossimo, con un investimento pluriennale di 6 milioni di euro.

Red. Via.