MARIA NUDI
Cronaca

Elisa vive di arte: "Era scritto nel dna". Dai nonni ai genitori. Una sola passione

Tamburrini è presidente dell’associazione Tambuca da lei fondata. In famiglia ha potuto apprendere qualcosa da tutti. E lo ha fatto suo. È uno spirito libero: "Vorrei essere un uccello sulla cima del Matanna".

Elisa Tamburrini, nome d’arte Pelle d’Oca, presidente dell’associazione Tambuca

Elisa Tamburrini, nome d’arte Pelle d’Oca, presidente dell’associazione Tambuca

Viareggio

Alzi la mano chi ha fatto lezione d’arte ai nipoti del re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdulaziz, che in estate ha soggiornato per dieci giorni al Grand Hotel Principe di Piemonte. Alzi la mano chi ha fatto divertire questi studenti “speciali“, otto bambini con tate e personale della sicurezza al seguito, che non volevano andarsene e che hanno portato in Arabia Saudita un ricordo indelibile di Viareggio. Quella mano può alzarla solo Elisa Tamburrini, nome d’arte Pelle D’Oca, volto della Casa dell’Arte, e presidente dell’associazione culturale non profit Tambuca. Associazione che si trova nel cuore del centro cittadino tra il Comune e il mercato e dove si entra da un portone giallo, colore preferito di questa giovane donna appassionata d’arte, passione che coincide con la professione. "Quando sono stata contattata per fare lezione ai nipoti del re dell’Arabia saudita pensavo fosse una truffa", commenta con una spontaneità sorprendente.

Elisa Tamburrini si racconta alla Nazione: "Sono lucchese. Ho fondato l’associazione 13 anni fa, da 6 si chiama Tambuca, il nome è un gioco di parole, e ha sede in via Battisti. Vivo con il mio compagno Giulio Pierini e Pomodoro, il nostro cane, a Massarosa".

Quando ha scoperto passione e amore per l’arte?

"Ho frequentato il liceo artistico di Lucca e la scuola di moda a Torino dove mi sono laureata. Ha scelto il destino".

Cosa è per lei l’arte?

"La mia famiglia , mia madre Lorena, mio padre Benito e ancora prima mio nonno Ubaldo, restauratore e pittore, mia nonna Maria Michela, ha vissuto d’arte. Non voglio essere faziosa, ma posso dire che l’arte era nel mio Dna. Ho un ricordo indelibile di nonno Ubaldo che mi ha insegnato la manualità. Ogni giorno è come se fosse accanto a me. Faccio fatica a dare una etichetta all’arte. Per me è terapia, è espressione e comunicazione, e faccio fatica a pensare a me stessa senza la arte"

Nella sede della associazione lei insegna ai bambini?

"La mia associazione è aperta tutta l’anno e non ci sono limiti di età: si parte dai 9 anni per arrivare a persone di 70. Ho avuto anche persone straniere e persone che vengono da fuori. Tutti dico tutti si devono sentire in famiglia, per me l’associazione è famiglia e quando si iscrivono dico “è come se tu fossi a casa dalla zia“. Le lezioni sono percorsi individuali e personalizzati in relazione agli obiettivi di ciascuno"

Cosa cerca chi sceglie la sua associazione?

"Dipende c’è chi vuole recuperare una parte di se stesso, chi vuole imparare, l’arte è questo,

senza etichette".

Se tornasse indietro?

"Farei il percorso che ho fatto: in una altra dimesione vorrei essere un fiore che nasce sulle Apuane o un uccello sulla cima del monte Matanna. Sulle Apuane sento un senso di pace"

Quale è dei cinque sensi quello che preferisci?

"L’olfatto lo lego ai luoghi, alle emozioni. Amo l’elicriso e la gardenia"

Una frase che la rappresenta?

"Nonno Ubaldo mi diceva sempre “impara l’arte e mettila da parte“"

E’ una artista apprezzata?

"Faccio fatica a definirmi artista: sono una artigiana, lavoro con le mani"

Un sogno nel cassetto?

" Tirare fuori tutti i sogni nel cassetto".