Martina Del Chicca e Luca Boldrini
Cronaca

Viareggio, folla per l’ultimo saluto a Emma. Musica, magliette e palloncini gialli per dirle addio

Nella chiesa di Don Bosco non solo parenti e amici, ma anche tanta gente comune. Il quartiere l’ha onorata con cartelli e serrande abbassate

Emma Genovali e la folla per l'ultimo saluto (foto Umicini)

Emma Genovali e la folla per l'ultimo saluto (foto Umicini)

Viareggio, 22 settembre 2023 – Come si poteva facilmente immaginare l’ultimo saluto a Emma Genovali è stato un momento di ritrovo non solo per i parenti e gli amici, ma per un’intera città. Emma, 20 anni, se n’è andata pochi giorni fa dopo due mesi e mezzo di ricovero in rianimazione a Cisanello, di lotta disperata dopo l’incidente del 4 luglio in via dei Pescatori a Viareggio nel quale aveva perso la vita il fidanzato Leonardo Brown, 22 anni. 

L’addio glielo hanno dato nella chiesa di Don Bosco, il suo quartiere, che l’ha accolta per l’ultima volta con le serrande abbassate in segno di lutto e cartelli con scritto “ciao Emma”. E la chiesa, che già di per sé è molto capiente, faceva impressione da quanto era piena. Insieme ai genitori Ilaria Grazioli e di Giuseppe Genovali, ai parenti e agli amici, c’erano gli scout, i compagni di scuola, tanta gente comune. Girasoli ovunque, perché era un po’ il suo soprannome: per questo in tanti indossavano una maglietta gialla. La funzione celebrata da don Roberto si è aperta con i compagni di scuola del liceo artistico di Lucca (indirizzo musicale) che hanno intonato l’Hallelujah e si è chiusa con “Ovunque sarai” di Irama.

Nel mezzo, oltre alla celebrazione religiosa, i ricordi di chi l’amava: ricordi di una ragazza che aveva la vita davanti, che era gioiosamente rumorosa quando entrava in una stanza, con la sua inconfondibile risata, di una ragazza che sapeva sempre mettersi dalla parte dei più deboli, della sua voglia di scoprire il mondo. Una ragazza con un carattere unico, come ha ricordato la sua insegnante: quando suonava il flauto la sua determinazione la rendeva bellissima, ha detto.

Nella sua omelia don Luigi ha ricordato la sua ricerca della felicità e ha invitato tutti a prenderla ad esempio. E poi gli scout: tutti intorno al feretro sventolando i fazzoletti, con un grido fortissimo per ricordarla. Impressionante.

All’uscita dalla chiesa non poteva mancare il volo di tanti palloncini, ovviamente gialli, con “I will survive” di sottofondo. Sopravvivrò: sì, perché chi se ne va rimane comunque per sempre nel cuore di chi l’ha amata.