DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

“Ergastolo a Daniele Mazzolini”, per il pm volle uccidere la moglie

Chiesti anche 3 mesi di isolamento diurno. Lo stupore in aula dell’imputato. Sentenza attesa il 10 gennaio

Daniele Mazzolini e Anna Lucarini

Daniele Mazzolini e Anna Lucarini

Pietrasanta (Lucca), 11 dicembre 2024 – Ha alzato gli occhi al cielo scuotendo la testa come se la descrizione fatta in aula appartenesse a un’altra persona e non a lui. Come se si stesse parlando di un’altra storia e non della sua, “marito e padre esemplare” come si è sempre definito. Non la pensa così, invece, il pm Sara Polino, che ieri mattina alla Corte d’assise di Lucca ha chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurno di tre mesi nei confronti di Daniele Mazzolini, il 62enne accusato di omicidio volontario aggravato, oltre che di maltrattamenti alla figlia, in quanto considerato responsabile dell’incidente stradale che nell’ottobre 2022 costò la vita alla moglie Anna Lucarini, 58 anni, ex vigilessa in forza alla polizia municipale di Pietrasanta. Per la sentenza ci sarà da aspettare ancora un mese, ma l’udienza-fiume andata in scena ieri – quasi sette 7 ore, incluse le pause – è stata molto forte sul piano delle emozioni e di una battaglia giudiziaria che non ha fatto sconti, da entrambe le parti. Oltre al pm Polino, che ha parlato per la bellezza di due ore, la corte presieduta dal giudice Raffaella Poggi ha ascoltato anche i due avvocati delle parti civili, vale a dire Gianmarco Romanini in rappresentanza di Serena Mazzolini (figlia della coppia), Paola Lucarini (sorella di Anna) e Luciano Lucarini (cugino dell’ex vigilessa), e Adele Boris in rappresentanza di Michele Luisi (nipote di Anna), e infine l’avvocato Luigi Pace, che difende l’imputato, apparso ai presenti asettico per l’intera durata dell’udienza, tranne i plateali gesti di stupore di fronte alle richieste pronunciate dal pm.

Quest’ultima, come detto, ha chiesto l’ergastolo e l’isolamento diurno per tre mesi. Con una motivazione che parte da lontano, più precisamente dai maltrattamenti che Mazzolini perpetrava nei confronti sia della moglie che della figlia. Il suo comportamento aveva portato la moglie a chiedere la separazione, con la reazione di Mazzolini culminata con l’incidente contro un albero avvenuto il 9 ottobre 2022 lungo la Sarzanese, a Pietrasanta, con l’auto di Mazzolini che prese fuoco impedendo alla donna di mettersi in salvo. L’avvocato Romanini, in proposito, ha definito quel gesto con un termine che non lascia spazio all’immaginazione. “Durante la discussione – dice il legale – mi sono sentito di chiamarlo ’femminicidio’ sulla base del capo d’imputazione in quanto Mazzolini secondo noi e secondo il pm si è scagliato volontariamente contro l’albero per ammazzare la moglie”. L’avvocato Boris, a sua volta, si è concentrato sulla ricostruzione dell’incidente, sottolineando in particolare l’assenza di frenate sull’asfalto e di altri segni sintomatici di una distrazione: “È stato chiaramente un gesto volontario”. Tra l’altro, a supporto di questa tesi, ha parlato anche il testimone che stava guidando dietro la macchina condotta da Mazzolini. Il testimone ha assicurato si aver visto l’uomo sferrare pugni al passeggero, pur non capendo chi fosse seduto nel sedile del passeggero. Una ricostruzione che conferma gli esiti dell’autopsia dato che il cadevere della donna presentava segni di colpi sul braccio sinistro, mentre in base al verbale del pronto soccorso Mazzolini aveva ferite lacero-contuse sul dorso della mano destra.

Sulla sponda della difesa, invece, l’avvocato Pace ha ribadito come il 62enne in realtà sia stato un padre educato e amoroso, e che l’incidente sia stato dovuto a una manovra imprudente, negligente e imprevedibile, quindi di natura non volontaria ma colposa. Una posizione che, se accolta dal giudice, ridurrebbe la condanna a “soli” 8 anni di carcere. Il giudice Poggi ha infine disposto il rinvio del processo, per eventuali repliche, al 10 gennaio alle 11, giorno in cui è attesa la sentenza finale.