Nuova udienza ieri al processo per la tragica fine della picocla Sofia Bernkopf, la bimba di dodici anni annegata il 13 luglio 2019 nell’acqua dell’idromassaggio del bagno Texas di Marina di Pietrasanta. Davanti al giudice Massaro è iniziata la discussione delle difese. Il primo a prendere la parola è stato l’avvocato Bagattini, difensore di Enrico Lenzi, fornitore dell’impianto e costruttore della vasca idromassaggio. Nella sua arringa ha sostenuto che non vi sia alcuna responsabilità ascrivibile al proprio assistito, in quanto i lavori di installazione della bocchetta di aspirazione che fece annegare la piccola Sofia intrappolandole i lunghi capelli, all’epoca erano stati eseguiti a regola d’arte. Le pompe di aspirazione erano state tarate per lavorare molto al di sotto della loro potenza. L’avvocato Bagattini ha concluso chiedendo l’assoluzione del suo assistito con formula piena.
Ha poi preso la parola l’avvocato Cristiano Baroni, per l’imputato Emanuele Fulceri, bagnino. Un’arringa durata oltre due ore, nella quale ha sostenuto con forza l’innocenza del suo assisitito, imputato sia come responsabile della piscina che come tutor del bagnino Bianchi, all’epoca diciottenne al primo impiego. L’avvocato Baroni ha sostenuto che i documenti depositati dalla Procura in istruttoria dibattimentale a sostegno della responsabilità del Fulceri di fatto non provano le accuse sostenute dal pm Salvatore Giannino: secondo la tesi difensiva, Fulceri non era tutor del bagnino Thomas Bianchi, perché quest’ultimo, pur assunto come apprendista, era dotato di brevetto che gli permetteva di essere autonomo nella gestione e nella sorveglianza della piscina. Inoltre Fulceri, ha sottolineato, non era stato edotto dalla proprietà di tutte le responsabilità che la Procura gli attribuisce. Il difensore ha quindi richiesto l’assoluzione con formula piena del proprio assistito.
In aula erano presenti Edoardo Bernkopf e Vanna Broia, i genitori della piccola Sofia. "Le parole di vicinanza espresse da entrambi gli avvocati nei nostri confronti – hannno commentato – non le riteniamo sincere, ma piuttosto strumentali ai fini della requisitoria. Per oltre 4 anni, questi imputati mai avevano fatto alcun gesto di partecipazione per la morte di nostra figlia". Il processo è stato aggiornato al 30 ottobre per le arringhe difensive degli altri 5 imputati, mentre la sentenza è attesa per l’11 dicembre.
P.Pac.