FRANCESCA NAVARI
Cronaca

Ex hotel Paradiso al Mare. Tar boccia l’ampliamento: "E’ un edificio storico"

Il giudice respinge il ricorso della società che aveva chiesto la sopraelevazione. Oggetto di battaglia legale il parere negativo di Soprintendenza e Comune.

Il cantiere allestito all’ex hotel Paradiso al Mare sul viale

Il cantiere allestito all’ex hotel Paradiso al Mare sul viale

L’ex hotel Paradiso al Mare ha un valore identitario per il paese. Con questa convinzione il Tar ha rigettato il ricorso presentato dalla Heaven srl contro il diniego del Comune (sulla scia del parere negativo della Soprintendenza) alla richiesta di aumento volumetrico – da tre a quattro piani – dell’edificio attualmente cantierato. Il 21 dicembre 2023 infatti la società ha presentato istanza di rilascio di autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di un intervento di sostituzione edilizia, con demolizione del preesistente fabbricato, risalente al 1938, e la ricostruzione di un nuovo edificio da adibire sempre a struttura alberghiera con un aumento volumetrico. Il 25 gennaio 2024, la Gestione associata delle funzioni in materia paesaggistica dei Comuni di Forte dei Marmi e Pietrasanta ha espresso parere favorevole ma il 5 marzo 2024 è arrivato il ’no’ della Soprintendenza che un mese dopo ha riproposto parere negativo sul progetto. E così il Comune ha negato l’autorizzazione paesaggistica. Da lì il ricorso al Tar del privato nei confronti di Comune, Regione e Soprintendenza adducendo una serie di motivazioni tra cui – ed è stato il nodo attorno al quale si è mossa la dissertazione giuridica – il fatto che la struttura non dovrebbe esser compresa nell’ambito di un vincolo paesaggistico contemplato nel Piano di indirizzo territoriale "né per inquadramento urbanistico né per caratteristiche architettoniche" in quanto non ricadrebbe nel nucleo storico del Comune e perciò si porrebbe fuori dal vincolo prescrittivo che interessa il centro del paese.

Il Tar ha invece abbracciato un concetto più ampio di tutela del paesaggio, e sposato la posizione della Soprintendenza secondo cui "l’edificio che si propone di demolire ha non trascurabili valenze storico-identitarie in rapporto al paesaggio antropico del Comune: realizzato nel 1938 e ampliato l’anno seguente, è espressione di un razionalismo di matrice italiana temperato negli esiti formali da istanze afferenti alle tradizioni locali e, in quanto tale, è da includersi nel novero degli edifici che, realizzati tra i due conflitti mondiali, costituiscono le più remote testimonianze di una definizione prettamente urbana di Forte dei Marmi declinata in rapporto a una marcata vocazione ricettiva del territorio. Attuarne la demolizione significherebbe cancellare un accadimento urbano nella cui attuale permanenza e configurazione riposano salienze storico-identitarie. Una rivisitazione progettuale dell’edificio in esame è certamente possibile – ha sostenuto la Soprintendenza – ma soltanto se ragionata a partire da un approccio conservativo della preesistenza edificata. Ben più ampi margini di trasformazione possono invece essere attuati nell’ambito del resede di pertinenza".

Francesca Navari