REDAZIONE VIAREGGIO

Ex sindaco Buratti sul Premio Satira: "Ha perso spessore culturale"

Dura analisi della manifestazione: "La mission era di omaggiare giovani talenti e non le solite persone" .

La foto dei riconoscimenti consegnati nell’edizione 2024 del Premio Satira che si è tenuta la scorsa settimana in Capannina

La foto dei riconoscimenti consegnati nell’edizione 2024 del Premio Satira che si è tenuta la scorsa settimana in Capannina

"Ormai siamo di fronte ad uno pseudo Premio Satira". L’ex sindaco e capogruppo di minoranza Umberto Buratti, ad una settimana dall’evento, critica quella che ormai è "una serata settembrina per far sfilare politici ed amici e fare due risate". "Ricordo come alla prima cerimonia da sindaco nel 2007 alla Capannina – ripercorre Buratti – dissi “Quando ci sono i satirici, la politica deve fare un passo indietro”, e così feci, mettendo fine a decenni di presenze di sindaci e assessori sul palco, al tavolo della giuria, e in prima fila. Da tempo, guardo con distacco questa manifestazione che negli ultimi anni premia ripetutamente grandi firme del settore e, a fronte di una scarsità di talenti emergenti, finise solo con il denunciarne i limiti. La formula non si è rinnovata, anzi ha perso la patina culturale di un tempo, i suoi innumerevoli legami internazionali, e così le scelte del direttore artistico unico che da qualche anno propone le sue candidature non mi pare vadano verso il consolidamento della manifestazione, ma piuttosto verso il mantenimento di uno status quo di una serata di fine estate con qualche comico pronto a lanciare una battuta".

Secondo Buratti neanche i tentativi di fare un Festival sono apprezzabili "perché poi, alla fin fine, è solo una piccola rassegna di comici di estrazione televisiva, così come ne esistono in almeno cento città italiane". "Insomma – insiste – in una provincia dove emergono tante iniziative similari, vedi ad esempio il Festival della Risata di Lucca - non credo che il Premio Satira possa avere prospettive lunghe di successo. Si è perduto nel tempo il suo spessore culturale, i legami col mondo universitario e degli esperti, quello che aveva indotto Sciascia, Camilleri, Levine e Arbasino a ricevere questo riconoscimento. La satira non attraversa un bel periodo nel nostro Paese, ma qualche talento sopravvive, e la mission originaria del Satira Politica che per decenni si è ostinato a non premiare più di una volta i suoi vincitori, non esiste più, così come la tradizione di premiare gli autori ben prima che diventassero celebri - da Gino e Michele a Mauro Biani, da Aldo Giovanni e Giacomo a Makkox e a tanti altri - non mi sembra più praticata, lasciando il posto alla ratifica di talenti riconosciuti. Infine anche la giuria che un tempo era fatta da grandi esperti e giornalisti del settore, oggi mi pare troppo demandata solo al direttore artistico, tanto che il sindaco ha ritenuto opportuno, dopo aver chiesto i nominativi per il Comitato, di non farne niente. Perché decide solo lui".

Francesca Navari