Far West sul mare di Lido: "Da mezzanotte è il caos"

La nostra cronista con i residenti: avvistamenti dalla Fossa dell’Abate al Pontile. I pusher vendono solo ai ragazzi conosciuti. Minacce con un’arma da taglio.

È mezzanotte spaccata di un freddo mercoledì sera di dicembre; la maggior parte dei locali è chiusa, difficile incontrare qualcuno a differenza di loro, sempre presenti: adolescenti, già in possesso di qualche dose, pronti a consumare nel primo vicolo disponibile. Il luogo è sempre lo stesso, alla Fossa dell’Abate di fronte ai primi stabilimenti balneari lidesi. Un altro ritrovo è proprio sotto il pontile dove, purtroppo, visibili agli occhi di chiunque ci sono ragazze che si prostituiscono in cambio di una dose. Cocaina, erba ed eroina sono in testa alla classifica mentre i proprietari delle attività limitrofe, stanchi della situazione, fanno esposti, chiamano i carabinieri, e qualcuno cambia proprio casa.

"Abito da sempre in Passeggiata ma da troppo tempo non riesco più a riposare – dice un residente che vuole restare anonimo – La notte, in particolar modo tra mezzanotte e le 2, è un continuo schiamazzo, urla e minacce. Credo siano le liti tra spacciatori. Più di una volta mi sono affacciato alla finestra, e non erano semplici ragazzi ubriachi, ma assidui consumatori di droga. Utilizzano, addirittura, le aree illuminate private per vedere meglio quel che preparano. Una volta provai a chiedergli di allontanarsi e fui minacciato con un coltello. Chiamai immediatamente i carabinieri che, purtroppo, erano già occupati su un altro intervento. Mi dissero di chiamare la polizia ma non ricevetti risposta".

Organici carenti delle forze dell’ordine? Di sicuro il degrado del lungomare del Lido peggiora. Ormai Lido tiene testa a Viareggio, in materia di spaccio. Alcuni stabilimenti balneari pagano addetti privati alla sicurezza che tengano sotto controllo le frequentazioni notturne. La mattina per terra e sulla sabbia ci sono spettacoli trementi, rimasugli preoccupanti, oltre alla perdita di tempo nel dover riparare i danni dei da ragazzi entrati in un circolo vizioso che attira, dentro sé, sempre più giovani vittime. A differenza della pineta viareggina, dove basta un fischio per far spuntare fuori il primo pusher disponibile, spesso di origini straniere, a Lido pare esserci molta più discrezione tra i pochi spacciatori ed i tanti consumatori presenti, comunque italiani.

Basta affacciarsi (abbiamo fatto le foto) per notare come la merce venga venduta solamente ai conoscenti ignorando qualsiasi richiesta da parte di terze persone sconosciute. L’unico periodo dell’anno vivibile, secondo le testimonianze dei residenti, sembrerebbe essere quello del Carnevale che, a quanto pare, sposta, al di là della foce dell’Abate, tanto i consumatori quanto i pochi spacciatori. Ma il business riguarda solo facce conosciute: del resto, un acquirente non abituale potrebbe essere un poliziotto in borghese.

Veronica Dati