Federico Zampaglione tra luce e buio: "I punti fermi: arte, famiglia e amici"

I Tiromancino stasera sul palco della Felicità di piazza Mazzini a Viareggio con pezzi nuovi e vecchie hit

Federico Zampaglione tra luce e buio: "I punti fermi: arte, famiglia e amici"

I Tiromancino stasera sul palco della Felicità di piazza Mazzini a Viareggio con pezzi nuovi e vecchie hit

di Gaia Parrini

Un viaggio, tra le emozioni umane, la luce e il buio dell’animo, lungo oltre trent’anni, quello dei Tiromancino e dello storico leader del gruppo Federico Zampaglione, che, stasera saranno in concerto sul Palco della Felicità di piazza Mazzini, il teatro vista mare allestito dal Comune di Viareggio.

Federico, un viaggio nella vostra carriera?

"La scaletta racchiude pezzi del passato e degli ultimi due anni. Sarà una larga panoramica di 30 anni e passa, di carriera".

L’ultimo singolo è “Puntofermo“. Quale idea c’è alla base della canzone?

"Parlare di una realtà mutevole e confusionaria e dell’importanza di avere dei punti fermi. Pochi, ma buoni, che aiutino nei momenti in cui ci si perde e ci si confonde".

I suoi, di punti fermi, quali sono?

"La famiglia, l’arte, l’amicizia. Sono pochi, ma li coltivo e difendo con tutto me stesso dai rischi che questa società ci pone di fronte".

Cosa ne pensa della musica di oggi?

"Come in tutte le epoche ci sono cose buone e meno buone. La musica è diventata intrattenimento, ma ci sono cose belle come il cantautorato, penso a Calcutta, e anche nel mondo del rap e del pop. C’è un po’ di tutto, e solo il tempo ci dirà".

Oggi, in uscita nelle sale, c’è anche “The Well“, il suo terzo film horror. Com’è nato?

"Dalla voglia di raccontare una storia horror, che è il genere a cui sono appassionato. Sembra essere il film più riuscito, almeno dalle anteprime e dalle recensioni. Incrocio le dita..".

Fulci, Bava, i maestri dell’horror italiano, quanto impatto hanno avuto sulla sua formazione cinematografica?

"Un grande impatto, come i grandi cantautori sulla musica, come le cose con cui sono cresciuto e che ho assorbito, ma che cerco di riproporre con la mia visione".

Girare un film horror in Italia di questi tempi è un atto di coraggio.

"È coraggioso perché non vieni aiutato e perché è un genere visto come di cassetta, ma che invece richiede grandissima cura di tutti i particolari. Dalla scenografia, alla musica e alla recitazione, non c’è niente che puoi lasciare al caso".

Dalla scrittura di canzoni a quella per il cinema, cambia il suo approccio creativo?

"Indirizzo la mia creatività in un luogo diverso. Con la musica esploro le zone di luce, con l’horror le zone di ombre. Ma è sempre un viaggio di esplorazione, un fatto di curiosità e dedizione. Sono territori diversi ma l’approccio è sempre quello di cercare emozioni, che appartengono all’animo umano".