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Fonio: "Su la coppa di champagne Ce n’è uno giusto per ogni carro"

Il delegato Ais Versilia fa gli abbinamenti tra bollicine e costruzioni mescolando temi, colori e profumi

Fonio: "Su la coppa di champagne Ce n’è uno giusto per ogni carro"

Che bere a Carnevale? Cos’è più indicato per i fans dei carristi. La risposta arriva da Claudio Fonio, sommelier Ais e specialista dei vini spumanti, con l’abbinamento tra bollicine e carri del Carnevale, del quale è appassionatissimo (fa la maschera sul carro dei Lebigre). Ha scelto le etichette in base alle caratteristiche delle costruzioni.

Ecco gli abbinamenti. Una storia fantastica di Jacopo Allegrucci: “Sicuramente L’Odyssée 319 di Olivier Bonville e Ferdinand Ruelle. La filosofia con cui è stato concepito questo champagne è caratterizzata da un punto di partenza che al termine del viaggio diventa punto di arrivo. Prodotto elegante ed equilibrato dotato di ottimo brio e longevità”. Pace armata di Alessandro Avanzini: “Opera cruda, di denuncia, proprio come lo champagne Quattuor della maison Drappier. Un blend in versione brut realizzato con quattro vitigni di cui tre dimenticati (Arbanne, Petit Meslier e Blanc Vrai), accompagnati dall’immancabile Chardonnay. Ottima mineralità e carattere deciso e persistente”. Carneval divino di Luca Bertozzi: “Un inno alla vita cui accosto il Brut Blanc de Blancs Apanage della maison Pommery. Profumi di fragranti fiori primaverili fanno da preludio ad una piacevole ed irruenta freschezza con gusto di agrumi e frutta fresca”.

E ancora. Una macumba per dire basta! di Luigi Bonetti: “Abbino lo champagne Extra Brut realizzato da Erick Schreiber che dal 1988 produce, in regime biodinamico, delle viti con lo scopo di preservare i suoli e le specie viventi evitando ogni tipo di contaminazione. I tre vitigni che compongono la cuvée regalano un prodotto puro, di grande bevibilità e legato al territorio d’origine”. Evoluzione della specie di Cinquin-Cirri: “Costruzione simbolo di potenza cui abbino l’Extra Brut Blanc de Noirs realizzato dalla maison Forget-Brimont per il marchio P.Vallée di Vallepicciola. Composto principalmente da pinot nero, il gusto è dominato da una prepotente freschezza con ricordi di frutta secca e miele d’acacia”. Pianeta Terra 2.0 di Fabrizio Galli: “Un mix fra tradizione e innovazione che mi suggerisce l’abbinamento al Brut Réserve della maison Guy Charlemagne. La conduzione è passata di padre in figlio fin dal 1862 vinificando solamente vigneti di proprietà. Le nuove generazioni hanno sempre apportato modifiche sia in vigna che in cantina per arrivare al prodotto odierno con l’apporto di vini di riserva. Questo Blanc de Blancs regala sensazioni fini e minerali legate al territorio d’origine: Mesnil sur Oger”. Ridi Pagliaccio di Lebigre-Roger: “Il pagliaccio che diventa spettatore mi fa venire in mente Charlie, la cuvée de prestige della maison Charles Heidsieck. L’edizione del 2022 inverte i ruoli utilizzando in maniera massiccia i vini di riserva al posto dei vini d’annata. Dotato di un elegante perlage, sia alla vista che al gusto, non è di immediata lettura. Bisogna immergersi nel bicchiere per poterne capire l’essenza”.

Il gioco continua. Meraviglioso di Luciano Tomei: “La speranza è che il domani sia migliore del presente, quindi penso al Brut Prestige millesimo 2017 della maison Foissy-Joly. Figlio di un’annata tutt’altro che facile, appena messo in commercio risultava con profumi tendenti al vegetale. Nel corso del tempo queste sensazioni di crudezza sono diminuite lasciando spazio ad un frutto più concentrato”. Io sono nessuno di Roberto Vannucci: “La povertà causata da cambiamenti climatici, guerre e pandemie. La forbice fra i ricchi e i poveri si amplia, ma non tutti gli champagne sono così costosi. Abbino quindi la Cuvée Tradition di Christian Naudé, Blanc de Noirs con predominanza Pinot Meunier che con i suoi profumi freschi e fragranti, la buona corrispondenza naso bocca e la sua persistenza è un prodotto dall’ottimo rapporto qualità prezzo”. E, come insegna l’Ais, è sempre bene degustare senza eccedere: vale anche per chi va al rione.

Sergio Iacopetti