GIOVANNI LORENZINI
Cronaca

Francesconi. L’anti-divo per eccellenza

Angelo Francesconi, figura iconica di Viareggio legata al calcio, ritornò in città in pensione per contribuire alla rinascita della squadra locale con passione e dedizione, diventando un punto di riferimento per la comunità sportiva.

Francesconi. L’anti-divo per eccellenza

Angelo Francesconi, figura iconica di Viareggio legata al calcio, ritornò in città in pensione per contribuire alla rinascita della squadra locale con passione e dedizione, diventando un punto di riferimento per la comunità sportiva.

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Se mai un giorno,

qualcuno deciderà di fare un referendum sul personaggio antipersonaggio di Viareggio – molto vicino al mondo del calcio, ma in generale a tutto ciò che aveva addosso il sapore del salmastro – statene certi che il ‘nostro’ personaggio odierno, sarebbe sicuramente sul podio, con la possibilità di essere sul gradino più alto: Angelo Francesconi. Angelo (scomparso nel 2006) dopo avere lavorato per buona parte della vita lontano dalla ‘sua’ Viareggio (è stato impegnato nel settore autostradale e dei trasporti nel Lazio), una volta arrivato alla meritata pensione non ci ha pensato su due volte: il ritorno a casa, diceva ‘per respirare quell’aria particolare che mi è mancata per molti anni’. Siccome non era il tipo che gli piaceva stare con le mani in mano, alcuni amici lo coinvolsero nel mondo del pallone che all’epoca – siamo agli inizi degli anni ‘90 – viveva un momento tanto elettrizzante quando volubile. Angelo Francesconi non si perse d’animo, da uomo da bosco e da riviera qual era, chiamò a raccolta tanti amici per dare una mano alla società che finita in gramaglie, aveva voglia di ripartire. Diventò una pallina da flipper, da un lato all’altro della città a portare un giovane calciatore ad una visita medica, all’ufficio postale per spedire una raccomandata, in lavanderia a ritirare le maglie pulite e stirate, in un’azienda a vedere se c’era la possibilità di ottenere una piccola sponsorizzazione. Memorabile averlo visto in uno dei momenti bui (primavera del 1994) assieme all’allora allenatore Aldo Cerantola, stendere le maglie ad asciugare sul terreno dello stadio dei Pini. "Bisogna fare qualcosa, Viareggio deve tornare ad essere protagonista anche nel mondo del calcio” diceva a chi gli chiedeva “ma chi te lo fa fare?” “La passione e l’amore per la mia città” rispondeva a getto. Quando arrivarono gli anni del riscatto bianconero, promozioni e titoli, il più felice era proprio Angelo. “I miei ragazzi mi hanno fatto un bel regalo”. Ragazzi che considera come figli, senza distinzione. La bellezza dello sport non è solo degli atleti, ma anche grazie a persone come Angelo Francesconi che danno tutto con il cuore in mano.