Furti, rapine e spaccio. Il numero di denunce fotografa l’allarme. Crescono i reati gravi

L’analisi della banca dati del Ministero dell’Interno rivela un ritorno pre Covid. La provincia di Lucca 27esima in Italia. Firenze balza al terzo posto in Italia.

Furti, rapine e spaccio. Il numero di denunce  fotografa l’allarme. Crescono i reati gravi

Una pattuglia di carabinieri durante i controlli sulle strade del territorio

"Ogni giorno, qui, succede qualcosa...". È la frase che ormai rimbalza ovunque; che si rincorre sui social e tra le gente. Si comincia dalla mattina, al bar, sfogliando le pagine del giornale, e avanti fino a sera, riuniti a tavola per la cena, sbuffando davanti ai tg locali. “Qualcosa“ sono quei tormenti, diventati quotidiani, che non risparmiano niente e nessuno: dalle spaccate a raffica alle auto in sosta a quelle nei negozi. Gli scippi dei Rolex a Forte dei Marmi e le catenine d’oro strappate a Viareggio. Fino ai furti dei motorino e delle biciclette, quelle elettriche, poi, senza un freno. Quantificare quel “qualcosa“ non è semplice, e al di là della percezione di sicurezza, che resta un segnale da non sottovalutare, l’unico parametro certo per definire il tasso di criminalità sono le denunce.

E guardando proprio alle denunce in rapporto al numero degli abitanti, rispetto al resto della Regione la lucchesia si colloca in un “purgatorio“: esattamente a metà del guado tra l’inferno fiorentino (Firenze è la terza città “nera“ dopo Milano e Roma, e la prima per numero di rapine) e la “paradisiaca“ Siena (per utilizzare una metafora dantesca). Delle dieci province toscane quella di Lucca è infatti la quinta nella classifica nell’indice della criminalità che emerge dalle statistiche delle banche dati interforze del dipartimento di sicurezza del Ministero dell’Interno elaborate da Il Sole 24 Ore, – dietro Firenze, Prato, Livorno, Pisa e Grosseto, e davanti a Massa Carrara, Pistoia, Arezzo e Siena (che chiude 79esima) – ma comunque al ventisettesimo posto, su 106 province, in Italia.

Nel 2023 sul nostro territorio sono stati infatti denunciati 14.152 reati, con un’incidenza di 3.708 denunce ogni 100mila abitanti. Solo una denuncia su quattro risulta nel capoluogo, e ciò significa che la maggior parte dei reati si compie al di fuori della Mura. Dalla mappatura fornita dal Ministero dell’Interno non è possibile scorporare il dato versiliese, ma è facile intuire che sulla nostra costa ci sia una concentrazione delittuosa, e proprio come a Rimini (quarta città secondo l’indice) e Ravenna (al ventesimo posto), è possibile che questo fenomeno sia condizionato dall’incremento dei reati nel periodo estivo a causa dell’afflusso di turisti che richiamano, anche, i pendolari del crimine.

Entrando un po’ più nel dettaglio, sempre in base al rapporto denunce per numero di abitanti, nel 2023 la Provincia di Lucca con un solo caso di omicidio preterintenzionale risulta al quarto posto nella graduatoria dedicata; mentre è al 18esimo per il numero di furti, nelle attività o nelle abitazioni; alla 20esima per delitti informatici e, infine, 28esima per il numero delle rapine rispetto agli abitanti.

Ciò che emerge, inequivocabilmente, dai dati del Viminale è che i reati denunciati in Italia sono tornati a salire. Nonostante resti una bassa propensione agli esposti per i “piccoli“ abusi. E, tralasciando gli anni della pandemia, il loro volume si sta riassestando sui livelli del 2016-2018, pur restando comunque lontano dalla pressione del decennio precedente. In questo balzo giocano un ruolo determinante i reati predatori, dunque i furti e le rapine, e i fenomeni legati al degrado urbano, in particolare quelli connessi al traffico e allo spaccio di stupefacenti. E in questo Viareggio e la Versilia sembrano, in scala, lo specchio del Paese.

Martina Del Chicca