Furto da oltre mezzo milione all’Augustus, tre uomini in carcere

Forte dei Marmi, due fratelli rubarono da una cassaforte un orologio Patek Philippe da 400 mila euro, borse Hermes e abiti griffati

Carabinieri

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Forte dei Marmi, 16 novembre 2023 – Se l’erano data a gambe pensando di aver messo a segno il colpo della vita. E invece – uno dopo l’altro – i tre uomini d’oro che il pomeriggio del Ferragosto 2020 in pieno giorno avevano svaligiato una camera dell’hotel a cinque stelle Augustus di Forte dei Marmi sono stati prima arrestati e poi processati e condannati in tribunale. Con pene pesanti. E così ieri il giudice Gianluca Massaro del Tribunale di Lucca ha condannato due fratelli, entrambi di origini sinti della provincia di Monza, a 6 e 5 anni di carcere. In base alle ricostruzioni dell’accusa, uno dei due, 47 anni, già conosciuto dalle forze dell’ordine, sarebbe stato l’uomo che materialmente si era introdotto nella camere d’albergo occupato da un ricco imprenditore rumeno in vacanza in Versilia. Insieme a un terzo complice, 30 anni, anche lui residente in provincia di Monza forzarono la porta d’ingresso di una dependance dell’Augustus e portarono via un orologio vintage Patek Philippe del valore di circa 400 mila euro custodito nella cassaforte della camera. I banditi fuggirono poi con una somma in denaro, ma anche con abiti griffati, borse Hermes di coccodrillo e altro ancora. Un bottino da oltre mezzo milione di euro.

Le immagini delle videocamere di sicurezza dell’albergo e le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Viareggio in costante collegamento con i colleghi brianzoli, portarono un anno dopo, nell’estate del ’21 all’arresto del 30enne che nel frattempo è già stato condannato per aver scelto il rito abbreviato. Dopo di lui gli investigatori dell’arma sono risaliti ai fratelli. Il 47enne è stato condannato a 6 anni di reclusione, mentre il fratello, 26 anni, a cinque. Secondo l’accusa sarebbe stato lui a fare da palo, fuori dell’albergo, mentre il fratello e il terzo uomo si erano introdotti in camera.

E’ ancora da capire se i tre sinti si sono avvalsi di un’indicazione più o meno diretta di un basista del posto. Al riguardo le indagini sono ancora in corso. Resta da capire anche che fine ha fatto la preziosa refurtiva, se parte è stata recuperata, oppure se è già stata piazzata a qualche ricettatore professionista. Il Patek Philippe, ovviamente, ha un mercato tutto suo fra i collezionisti di questo particolare genere di orologio di extralusso.