MARIA NUDI
Cronaca

Gioia e felicità nel donare. Le storie di Sirio e di Rosa dal dolore alla rinascita

Il presidente e la consigliera dell’associazione hanno trasformato una perdita personale in una risorsa per chi affronta il disagio quotidiano.

Il reparto abbigliamento un ambiente curato e pulito grazie all’impegno dei volontari che fanno una cernita

Il reparto abbigliamento un ambiente curato e pulito grazie all’impegno dei volontari che fanno una cernita

VIAREGGIO

Sirio Orselli, viareggino, una carriera da ufficiale marconista nella marina mercantile, sulla carta di identità ha 85 anni, ma per grinta, impegno, coraggio e cuore, gli anni si possono dimezzare: è nonno di due nipoti ed è impegnato in mille attività nelle quali mette cuore e sorrisi, ma anche fermezza e carattere.

Presidente come è nato l’impegno nel volontariato?

"E’una storia personale: mia moglie, Maria Teresa Dini, che è scomparsa 15 anni fa, per 12 anni ha affrontato una patologia oncologica. Una situazione particolare che ho affrontato con la preghiera, mi confrontavo con il parroco, poi sono diventato agnostico perché mi sembrava che le preghiere fossero inutili. Ma in quel periodo ho promesso a Maria Teresa che mi sarei impegnato per donare una speranza agli altri. E così ho fatto: mi sono dedicato e continuo a dedicarmi a capofitto per donare un sorriso, alleviare un disagio, risolvere la quotidianità di chi deve affrontare traversie sociali e economiche"

Cosa significa essere volontario?

"Significa impegnarsi per gli altri senza aspettarsi niente in cambio: ma poi in cambio si riceve tanta umanità, tante esperienze. Donare è come una terapia che fa bene a noi stessi: quando si inizia questo percorso non si riesce a smettere perché la solidarietà è una medicina benefica: nei hai bisogno per stare bene"

A fianco di Sirio Orselli c’è Rosa Mammi, viareggina, consigliera dell’associazione che conferma le parole del presidente: anche lei ha alle spalle una storia familiare delicata, è vedova.

"Quando cammino per strada e mi riconoscono come Rosa del’associazione mi sento felice, perché donare agli altri è come donare a se stessi. L’impegno nel centro di ascolto è importante: ascoltiamo tante storie e se noi siamo utili a chi si fida di noi, per noi è un ricevere qualcosa in più dalla vita", racconta con quello sguardo proteso verso il mondo.

Lo stesso sguardo che hanno le volontarie come Eva, Elisabetta, Rosa e le altre che nel turno di martedì, quando l’associazione ha ospitato la Nazione, erano impegnate nel settore alimentate e nel settore abbigliamento.

"Donare fa bene prima di tutto a noi stessi", dicono in coro le volontarie.

"Ognuno di noi porta il proprio contributo e tutti insieme mandiamo avanti l’associazione", raccontano Sirio e Rosa mentre nel piazzale arriva il furgone di ritorno dal giro in città per il ritiro degli alimenti".

Sinergia e collaborazione.

"Siamo inseriti in una rete di associazioni che si impegna per il sociale, organizziamo eventi di solidarietà. Negli ultimi due anni le spese che l’associazione ha dovuto sostenere sono intorno alle trentamila euro, perché quando è necessario acquistiamo gli alimenti e sosteniamo altre spese. Gli alimenti che gestiamo per la distribuzione sono centinaia di chili" spiegano Sirio e Rosa.

I rapporti con gli enti e l’amministrazione comunale?

"Abbiamo rapporti buoni con gli assessori, l’amministrazione comunale e anche con le altre associazioni, Con alcune di loro organizziamo iniziative e eventi. Una delle prossime iniziative è in calendario per maggio".

Il "roseto" del Germoglio è fatto di uomini e donne che scrivono una pagina quotidiana di storia sociale del territorio in silenzio coltivando i valori etici e morali della società civile.

M.N.